Pubblicato il 19 Mag 2022
Prestazione Occasionale – Le novità dal 2022
Introduzione alla prestazione occasionale
Quando l’attività di impresa o di lavoro autonomo è solo occasionale non è necessario aprire partita IVA.
E’ molto importante conoscere la linea di demarcazione tra una attività di impresa o di lavoro autonomo svolta abitualmente o in modo occasionale.
L’abitualità si diversifica dall’occasionalità in quanto quest’ultima implica attività episodiche, saltuarie e comunque non programmate.
Più precisamente è necessaria la verifica dei seguenti aspetti:
- Il primo aspetto è che una attività occasionale è priva di subordinazione e di coordinamento di altre persone altrimenti sarebbe una attività di lavoro dipendente.
- Il secondo aspetto è l’occasionalità dell’attività e si intende che è svolta in modo saltuario (non abituale) ed è priva del requisito dell’organizzazione e della professionalità.
La professionalità sussiste quando il contribuente pone in essere una molteplicità di atti coordinati e finalizzati ad un identico scopo con regolarità, stabilità e sistematicità.
L’occasionalità non deve essere verificata con riferimento all’importo degli incassi, ma assume rilievo decisivo il fatto che le stesse siano ripetuti nel tempo in quanto è un indice dell’esistenza di regolarità, stabilità e sistematicità.
La scelta inizialmente più corretta molto spesso è quella del regime forfettario. Tuttavia consigliamo di valutare caso per caso con un Dottore Commercialista.
Le novità previste per la prestazione occasionale:
La legge n. 215/2021 ha introdotto dal 21 dicembre 2021 l’obbligo, per il committente che stipula un contratto di collaborazione occasionale ex art. 2222 del Codice civile, di effettuare una preventiva comunicazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro (INL) competente per territorio per non incorrere in sanzioni.
I requisiti che caratterizzano il lavoro autonomo occasionale oggetto del nuovo adempimento di comunicazione sono:
– l’autonomia, in relazione alle modalità e ai tempi di svolgimento del servizio o di realizzazione dell’opera;
– l’occasionalità dell’attività svolta o realizzata;
– il mancato inserimento nell’organizzazione dell’azienda per la quale si svolge il lavoro;
– l’assenza del vincolo di subordinazione con il committente;
– la corresponsione di un corrispettivo.
Aspetti previdenziali per la prestazione occasionale:
Sotto il profilo previdenziale, occorre evidenziare che i compensi percepiti con prestazione occasionale fino a 5.000 euro non sono soggetti al prelievo previdenziale.
Al
superamento della franchigia dei 5.000 euro, il prestatore deve iscriversi alla
Gestione separata INPS ed esporre sulla ricevuta di pagamento il contributo previdenziale previsto.
Il contributo dovuto sarà per 2/3 a carico del committente e per 1/3 a carico del lavoratore.
Aspetti fiscali della prestazione occasionale:
La prestazione occasionale viene tassata dalle aliquote IRPEF.
Se il committente della prestazione occasionale è un sostituto d’imposta, tratterrà sul pagamento una ritenuta d’acconto pari al 20% del compenso lordo.
Se il committente non è un sostituto d’imposta verrà pagato il compenso lordo. Tale compenso verrà poi tassato in sede di dichiarazione dei redditi.
I compensi ricevuti con prestazione occasionale si andranno a cumulare con eventuali altri redditi soggetti ad IRPEF.
In sede di dichiarazione dei redditi verranno inseriti nel quadro Redditi Diversi (RL).
L’imposta da versare verrà calcolata secondo le aliquote progressive IRPEF sul reddito complessivo.
L’imposta sarà nettata da eventuali ritenute d’acconto trattenute.
Se il contribuente non ha altri redditi e rientra quindi nella no tax area prevista dall’IRPEF, potrebbe recuperare le eventuali ritenute d’acconto subite in sede di pagamento del compenso.
Di seguito le nuove aliquote IRPEF in vigore dal 2022.
Confronto tra Prestazione Occasionale e P.I. in Regime Forfettario. Esempio:
Oltre agli obblighi relativi all’apertura della p.i. evidenziati in cima all’articolo, non sempre la prestazione occasionale è più conveniente rispetto alla fatturazione con p.i. in regime forfettario.
Questo si verifica in particolar modo per i contribuenti che hanno già altri redditi soggetti ad IRPEF.
Ipotizziamo che Antonella lavora come docente pubblico, con reddito da lavoro dipendente pari a 28.000€. Occasionalmente Antonella consegna cibo a domicilio per Deliveroo o Glovo. Alla fine dell’anno ha percepito compensi pari a 5.000€ per l’attività di rider.
Se Antonella si fa pagare questi compensi con prestazione occasionale, le verrà trattenuta subito una ritenuta d’acconto pari al 20%. Trattandosi solo di un “acconto” sull’imposta, dovrà poi integrare l’IRPEF di un ulteriori 15% in sede di dichiarazione dei redditi, essendo il reddito complessivo superiore a 28.000€. Complessivamente quindi i 5.000€ incassati come rider dovrà pagare 1.350€ di imposta.
Se invece Antonella decidesse di aprire una partita iva in regime forfettario, sugli importi fatturati pagherà soltanto il 5% di imposta, calcolato a forfait sul 67% del Suo fatturato. Quindi sui 5.000€ incassati pagherà soltanto 167,50€ di imposta. Non dovrà pagare ulteriori contributi INPS avendo già una posizione previdenziale come dipendente full time.
Confronto tra Prestazione Occasionale e P.I. in Regime Semplificato. Esempio:
Accade spesso che il contribuente che svolge lavoro occasionale non abbia i requisiti per beneficiare del regime forfettario (ad esempio è lavoratore dipendente con un reddito > 30.000€, oppure risulta socio di società di persone).
Se ricevesse dei pagamenti per prestazioni occasionali, l’intero importo ricevuto si andrebbe a cumulare con gli altri redditi e pagherebbe quindi l’IRPEF con aliquota corrispondente allo scaglione del reddito complessivo.
Aprendo la p.i. in regime semplificato potrà dedurre (scaricare) dal reddito ottenuto tutti i costi che sostiene inerenti l’attività. Non sarà quindi l’intero compenso ricevuto ad esser tassato (come nel caso della prestazione occasionale), ma soltanto la differenza tra FATTURATO – COSTI.