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La scelta del regime fiscale è un momento cruciale per ogni professionista o imprenditore che apre una partita IVA. Mentre il regime forfettario rappresenta spesso la prima opzione considerata grazie alla sua apparente semplicità, esistono diverse alternative che potrebbero rivelarsi più vantaggiose in base alla tua situazione specifica. Conoscere tutte le possibilità a tua disposizione può farti risparmiare migliaia di euro in tasse e semplificare notevolmente la gestione della tua attività.

Il regime ordinario semplificato e quello ordinario rappresentano le principali alternative al forfettario, ciascuna con caratteristiche distintive in termini di adempimenti contabili, detrazioni possibili e modalità di calcolo delle imposte. La scelta tra questi regimi non deve essere sottovalutata: un’analisi attenta del tuo volume d’affari previsto, delle spese deducibili e della struttura della tua attività è fondamentale per identificare il sistema fiscale che può ottimizzare il tuo carico tributario e supportare al meglio la crescita del tuo business.
Le 2 Migliori Alternative Al Regime Forfettario (2025)

Cercate soluzioni fiscali oltre il regime forfettario? Nel 2025, due opzioni si distinguono per vantaggi specifici e adattabilità alle diverse situazioni professionali.
Il Regime di Contabilità Semplificata rappresenta la prima alternativa d’eccellenza, particolarmente indicata per imprese individuali e società di persone. Questo regime calcola le imposte sul reddito effettivo, non su coefficienti di redditività predeterminati.
Il vantaggio principale? La deducibilità integrale dei costi sostenuti per l’attività, un elemento cruciale per chi ha spese significative.
Principali caratteristiche della Contabilità Semplificata:
Aspetto | Dettaglio |
---|---|
Tassazione | IRPEF a scaglioni (non imposta sostitutiva) |
IVA | Applicazione e detraibilità normale |
Deducibilità costi | Totale (secondo normativa fiscale) |
Limite ricavi | €400.000 per servizi; €700.000 per altre attività |
Adempimenti | Registri IVA e libro incassi/pagamenti |
La seconda alternativa è il Regime Ordinario, soluzione ideale per attività con volumi d’affari significativi o struttura complessa. Offre massima flessibilità fiscale e nessun limite di fatturato.
Con questo regime potete dedurre integralmente i costi aziendali e accedere a tutte le agevolazioni fiscali previste per le imprese, comprese quelle per investimenti e assunzioni.
Gli obblighi contabili sono più rigorosi, includendo la tenuta della contabilità ordinaria e bilancio annuale, ma con FidoCommercialista questi adempimenti diventano semplici e senza preoccupazioni.
La scelta tra queste alternative dipende dalla vostra situazione specifica: volume d’affari, tipologia di costi, prospettive di crescita e necessità di dedurre spese significative.
1. Regime Semplificato (Contabilità Semplificata)

Il Regime Semplificato rappresenta la prima alternativa concreta al Regime Forfettario per professionisti e imprese che superano i limiti di ricavi previsti. Questa opzione contabile si distingue nettamente dal forfettario pur mantenendo procedure semplificate rispetto al regime ordinario.
È fondamentale comprendere che mentre esistono due regimi fiscali (agevolato/forfettario e ordinario), i regimi contabili si suddividono in semplificato e ordinario. Questa distinzione è cruciale per la corretta pianificazione fiscale della vostra attività.
La tassazione nel regime semplificato segue il metodo progressivo a scaglioni IRPEF, con aliquote che variano dal 23% al 43% in base al reddito. Diversamente dal forfettario, qui pagate le imposte sul reddito effettivo (differenza tra ricavi e costi), non su una percentuale predeterminata.
I contribuenti in regime semplificato devono tenere obbligatoriamente i registri IVA per documentare tutte le operazioni. Questo implica maggiori oneri amministrativi rispetto al forfettario, ma offre anche la possibilità di dedurre analiticamente i costi sostenuti.
Dal punto di vista previdenziale, gli artigiani possono scegliere se versare contributi pieni o ridotti al 65%. Questa flessibilità rappresenta un vantaggio significativo nella pianificazione previdenziale della vostra attività.
La contabilità semplificata è accessibile alle imprese individuali e società di persone con ricavi non superiori a 400.000€ per prestazioni di servizi o 700.000€ per altre attività. Questi limiti vanno verificati annualmente per confermare la permanenza nel regime.
A differenza del forfettario, nel regime semplificato potete detrarre l’IVA sugli acquisti e applicarla sulle vendite. Questo aspetto risulta vantaggioso nei rapporti con clienti che necessitano di scaricare l’IVA.
Le spese aziendali sono interamente deducibili secondo il principio di inerenza, competenza e certezza. Potete quindi dedurre tutti i costi effettivamente sostenuti e documentati per l’attività, senza le limitazioni tipiche del regime forfettario.
FidoCommercialista offre assistenza completa per la gestione del regime semplificato a soli 300€ a quadrimestre. Il servizio include consulenza fiscale dedicata, gestione delle dichiarazioni e supporto continuo attraverso piattaforma digitale, eliminando ogni complessità burocratica.
2. Regime Ordinario (Contabilità Ordinaria)

Il regime ordinario rappresenta la scelta più strutturata e complessa tra le opzioni disponibili per i titolari di partita IVA. Contrariamente al regime forfettario, qui la contabilità deve seguire rigorosamente il principio di competenza economica e non quello di cassa.
Questo regime si applica obbligatoriamente alle società di capitali (S.r.l., S.p.A.) e alle società di persone che superano determinati limiti di ricavi. Per le persone fisiche e le imprese individuali, diventa obbligatorio quando i ricavi superano €400.000 per i servizi o €700.000 per altre attività.
La contabilità ordinaria prevede la tenuta di numerosi registri contabili, tra cui il libro giornale, il libro degli inventari, i registri IVA e il registro dei beni ammortizzabili. Questa documentazione richiede competenze specifiche e un impegno significativo.
Dal punto di vista fiscale, il reddito viene determinato come differenza tra ricavi e costi d’esercizio. Tutti i costi inerenti all’attività sono deducibili secondo le regole del TUIR, offrendo maggiore flessibilità rispetto al regime forfettario.
L’IVA funziona secondo il meccanismo ordinario, con l’obbligo di versare la differenza tra IVA a debito e IVA a credito. Questo comporta la necessità di calcolare e versare l’imposta periodicamente, con liquidazioni mensili o trimestrali.
La tassazione avviene secondo le aliquote IRPEF progressive per le persone fisiche e le società di persone. Per le società di capitali si applica invece l’IRES con aliquota fissa al 24%.
I vantaggi principali del regime ordinario includono la deducibilità analitica dei costi, la possibilità di recuperare l’IVA sugli acquisti e l’assenza di limiti di fatturato. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente vantaggioso per attività con costi elevati o significativi investimenti.
D’altro canto, i principali svantaggi consistono nella complessità gestionale, nei maggiori adempimenti contabili e nei costi più elevati per la tenuta della contabilità. È necessario considerare anche l’obbligo di presentare dichiarazioni periodiche più dettagliate.
Per gestire efficacemente questo regime, è fondamentale affidarsi a un professionista qualificato. Un commercialista esperto può guidarvi nella corretta applicazione delle normative fiscali e nell’ottimizzazione della vostra posizione fiscale.
La scelta del regime ordinario risulta strategica per attività con prospettive di crescita, necessità di detrarre costi significativi o quando si prevedono investimenti importanti. La maggiore complessità viene bilanciata da una flessibilità fiscale superiore.
Considerazioni Fiscali sulle Alternative al Regime Forfettario

La scelta del regime fiscale impatta profondamente sulla gestione contabile e sulla tassazione della tua attività. Ogni opzione presenta vantaggi e svantaggi che devono essere attentamente valutati in base alle caratteristiche specifiche del tuo business.
Differenze tra Regime Forfettario e Regimi Ordinari
Il regime forfettario rappresenta una significativa semplificazione rispetto ai regimi ordinari. Con un’imposta sostitutiva al 5% (per le nuove attività) o al 15%, offre un carico fiscale potenzialmente vantaggioso rispetto alle aliquote IRPEF che partono dal 23%.
Nei regimi ordinari (semplificato o ordinario), sei soggetto a tassazione progressiva IRPEF con scaglioni crescenti. Questo può risultare più oneroso per redditi medio-bassi, ma potrebbe diventare conveniente con volumi d’affari elevati.
A differenza del forfettario, nei regimi ordinari puoi dedurre tutti i costi inerenti all’attività. Questa è una considerazione cruciale se hai spese significative.
Caratteristica | Regime Forfettario | Regimi Ordinari |
---|---|---|
Tassazione | Imposta sostitutiva 5-15% | Aliquote IRPEF progressive (23-43%) |
Deducibilità costi | Solo forfettaria (variabile per codice ATECO) | Integrale |
Contributi previdenziali | Deducibili al 100% | Deducibili al 100% |
Ritenuta d’acconto | Non applicata | Applicata (20%) |
Implicazioni sull’IVA e sulla Contabilità
Nel regime forfettario, sei esente IVA (art. 1, commi 54-89, L. 190/2014). Non addebiti l’IVA ai clienti né la detrai sugli acquisti, semplificando notevolmente la gestione contabile.
Nei regimi ordinari, devi applicare l’IVA sulle fatture emesse e puoi detrarla sugli acquisti. Questo è particolarmente vantaggioso se hai clienti con partita IVA che possono detrarre l’imposta o se sostieni rilevanti spese soggette a IVA.
La contabilità nei regimi ordinari è significativamente più complessa. Sei tenuto alla registrazione di tutte le fatture di acquisto e vendita, alla liquidazione periodica dell’IVA e a maggiori adempimenti dichiarativi.
Obblighi contabili per regime:
- Forfettario: conservazione fatture, registri minimi
- Semplificato: registri IVA, liquidazioni trimestrali, dichiarazione annuale
- Ordinario: contabilità completa, bilancio, scritture contabili integrate
Valuta attentamente questi aspetti con un professionista per scegliere il regime più adatto alle tue esigenze operative e alla tua situazione fiscale specifica.
Aspetti Relativi a Contributi e Previdenza

La gestione degli aspetti contributivi rappresenta una differenza fondamentale tra il regime forfettario e le alternative fiscali. Comprendere questi meccanismi è essenziale per valutare correttamente l’impatto sulla posizione previdenziale e sui costi effettivi dell’attività.
Gestione dei Contributi INPS
Nel regime forfettario, i contributi previdenziali INPS seguono regole specifiche che differiscono dalle alternative fiscali. I forfettari possono accedere al regime contributivo agevolato, che rappresenta un significativo vantaggio economico.
È importante evidenziare che esiste un massimale di reddito oltre il quale i contributi non sono più dovuti. Per il 2023, questo massimale è stato chiaramente definito e aggiornato rispetto agli anni precedenti.
Nei regimi alternativi, come quello semplificato, i contributi vengono calcolati sulla base del reddito previdenziale, determinato dalla differenza tra ricavi e costi. Questo può comportare una contribuzione diversa rispetto al forfettario.
Tabella comparativa dei contributi nei diversi regimi:
Regime fiscale | Base di calcolo | Possibilità di agevolazioni | Note importanti |
---|---|---|---|
Forfettario | Reddito imponibile forfettario | Regime contributivo agevolato | Soggetto a massimale annuo |
Semplificato | Reddito previdenziale effettivo | Riduzioni ordinarie | Deducibilità completa |
Impatto sul Trattamento Pensionistico
La scelta del regime fiscale influisce direttamente sulla futura pensione. I contributi versati nei regimi ordinari spesso generano un accantonamento previdenziale maggiore rispetto al forfettario con regime agevolato.
È fondamentale considerare che i contributi previdenziali versati sono deducibili dal reddito imponibile IRPEF nei regimi ordinari. Nel regime forfettario, invece, riducono direttamente il reddito imponibile su cui si calcola l’imposta sostitutiva.
Per i soggetti già pensionati con almeno 65 anni, il regime semplificato offre la possibilità di riduzione al 50% dei contributi, opzione non cumulabile con le agevolazioni del forfettario. Questa distinzione risulta determinante nella valutazione complessiva della convenienza.
La pianificazione previdenziale a lungo termine dovrebbe tenere conto non solo dei vantaggi fiscali immediati, ma anche dell’impatto futuro sulla pensione. Un’analisi personalizzata permetterà di valutare quale regime garantisca il miglior equilibrio tra costi attuali e benefici futuri.
Conclusioni – Hai Scoperto Quali Sono Le Alternative Al Regime Forfettario

Ora hai una visione chiara delle alternative al regime forfettario disponibili per la tua attività. Le tre principali opzioni a tua disposizione sono: il regime semplificato, il regime ordinario e la costituzione di una società.
Il regime semplificato rappresenta il primo gradino dopo il forfettario, con una contabilità più strutturata ma ancora accessibile. Questo regime ti permette di dedurre i costi effettivamente sostenuti, risultando vantaggioso per chi ha spese significative.
Confronto dei regimi fiscali:
Regime | Complessità contabile | Deducibilità costi | Aliquota fiscale | Adatto a |
---|---|---|---|---|
Forfettario | Minima | Forfettaria | 5-15% | Startup e ricavi limitati |
Semplificato | Media | Analitica | IRPEF a scaglioni | Attività con costi rilevanti |
Ordinario | Elevata | Completa | IRPEF a scaglioni | Attività strutturate |
Società | Complessa | Completa | IRES 24% | Business in espansione |
La scelta dell’alternativa ideale dipende dalle caratteristiche specifiche della tua attività. Valuta attentamente il volume d’affari, la struttura dei costi e le prospettive di crescita.
Ricorda che superare i limiti del forfettario non è necessariamente uno svantaggio: potrebbe segnalare la crescita della tua attività e l’opportunità di passare a un regime più adatto alle nuove dimensioni del tuo business.
Prima di effettuare qualsiasi cambiamento, è fondamentale analizzare numericamente l’impatto fiscale. Una simulazione comparativa ti permetterà di quantificare esattamente i costi e i benefici di ciascuna opzione.
La pianificazione fiscale anticipata rappresenta una strategia vincente: non attendere di superare i limiti per informarti sulle alternative disponibili.
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Domande Frequenti Sulle Alternative al Regime Forfettario (2025)
Navigare tra le diverse opzioni fiscali in Italia richiede una comprensione approfondita delle peculiarità di ciascun regime. Ecco le risposte alle domande più frequenti per aiutarti a scegliere l’alternativa più adatta alle tue esigenze professionali.
Qual è il regime fiscale più conveniente?
La convenienza di un regime fiscale dipende principalmente dal tuo volume d’affari, dalla tipologia di attività e dalle spese che sostieni. Il regime forfettario è generalmente più vantaggioso per chi fattura fino a 85.000€ annui e ha poche spese deducibili.
Per chi ha costi significativi o prevede investimenti importanti, il regime semplificato o ordinario potrebbe risultare più conveniente, permettendo la deduzione analitica dei costi. La tassazione al 15% (o 5% per le startup) nel forfettario va confrontata con l’IRPEF a scaglioni degli altri regimi.
Qual è la partita IVA più economica da aprire?
La partita IVA in regime forfettario è indubbiamente la più economica in termini di costi di gestione e adempimenti. Non richiede la tenuta della contabilità ordinaria e presenta minori obblighi documentali.
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Quando non conviene più il regime forfettario?
Il regime forfettario smette di essere vantaggioso quando superi i limiti di fatturato (85.000€ nel 2025) o quando le tue spese effettive sono significativamente superiori al coefficiente di redditività previsto per la tua categoria.
Anche in presenza di ingenti investimenti o costi rilevanti come personale, affitti commerciali o leasing, potrebbe essere più conveniente optare per il regime ordinario o semplificato. Lo stesso vale se prevedi di generare perdite nei primi anni di attività, che in regime forfettario non sono riportabili.
Quali sono i requisiti per accedere al regime semplificato nel 2025?
Per accedere al regime semplificato nel 2025, i ricavi devono essere inferiori a 400.000€ per le attività di prestazione di servizi o 700.000€ per altre attività. Non esistono limitazioni relative a beni strumentali o dipendenti.
Non sono previste esclusioni per chi ha redditi da lavoro dipendente, a differenza del regime forfettario. È necessario mantenere una contabilità di base che registri cronologicamente ricavi e spese, con la possibilità di optare per la contabilità per cassa.
Come calcolare le tasse dovute nel regime semplificato?
Nel regime semplificato, le tasse si calcolano sul reddito effettivo (differenza tra ricavi e costi documentati). Tale reddito è soggetto all’IRPEF con le seguenti aliquote progressive:
Scaglione di reddito | Aliquota IRPEF |
---|---|
Fino a 28.000€ | 23% |
Da 28.001€ a 50.000€ | 35% |
Oltre 50.000€ | 43% |
A queste si aggiungono le addizionali regionali e comunali. L’IVA va versata trimestralmente o mensilmente, a seconda del volume d’affari, con l’opzione di liquidazione trimestrale che comporta una maggiorazione dell’1%.
Quali sono i contributi INPS obbligatori per il regime semplificato?
I contributi INPS nel regime semplificato variano in base alla categoria professionale. Per commercianti e artigiani si applica un’aliquota del 24% sul reddito d’impresa, con un minimale contributivo di circa 4.000€ annui.
Per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS, l’aliquota è del 26,23% per chi non ha altra copertura previdenziale, ridotta al 25% per i titolari di partita IVA iscritti ad altre forme previdenziali. I contributi sono interamente deducibili dal reddito.
Quali differenze ci sono tra il regime ordinario, il semplificato e il forfettario?
Il regime forfettario prevede una tassazione sostitutiva al 15% (5% per startup) sul reddito determinato applicando un coefficiente di redditività ai ricavi, senza IVA sulle fatture. La contabilità è minimale e gli adempimenti sono ridotti.
Il regime semplificato richiede una contabilità di base con registrazione cronologica di ricavi e spese. Il reddito è tassato con IRPEF a scaglioni e addizionali, con deduzione analitica dei costi documentati.
Il regime ordinario impone la tenuta di contabilità completa con libro giornale, inventari e registri IVA. Offre maggiori possibilità di deduzione e pianificazione fiscale, ma comporta costi amministrativi più elevati e adempimenti più complessi.
Qual è il regime fiscale più vantaggioso per le nuove partite IVA?
Per le nuove partite IVA, il regime forfettario con imposta sostitutiva al 5% per i primi cinque anni è estremamente vantaggioso se il fatturato previsto non supera gli 85.000€ annui. Questo regime è particolarmente indicato per chi inizia un’attività con struttura leggera.