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Negli ultimi anni sempre più infermieri, infermieri pediatrici e assistenti sanitari hanno scelto la libera professione e l’apertura della Partita IVA, spesso in regime forfettario, per ritagliarsi maggiore autonomia, flessibilità e controllo sulla propria carriera.
Ma insieme alla libertà professionale arriva anche una responsabilità fondamentale: garantirsi una tutela previdenziale e assistenziale adeguata, oggi e soprattutto domani.
È qui che entra in gioco ENPAPI, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica: la cassa di riferimento per chi esercita l’attività infermieristica in forma autonoma (libera professione o collaborazioni) e vuole trasformare il proprio lavoro quotidiano in diritti pensionistici, coperture assicurative e sostegni economici concreti.
In pratica, ENPAPI è il “pilastro previdenziale” dei liberi professionisti infermieri:
si occupa di raccogliere i contributi, gestire il montante pensionistico, erogare prestazioni assistenziali (come maternità, malattia, infortunio), mettere a disposizione coperture assicurative e offrire strumenti per affrontare con maggiore serenità sia la vita lavorativa sia il futuro pensionistico.
Ma attenzione: tutto questo non è automatico.
Dietro la sigla ENPAPI ci sono regole precise, obblighi di iscrizione e scadenze da rispettare:
- iscrizione entro 60 giorni dall’inizio dell’attività libero-professionale;
- versamento di contributi minimi e in percentuale sul reddito (16% di contributo soggettivo, 4% di integrativo, con relativi importi minimi annui);
- comunicazione telematica dei redditi tramite Modello UNI dall’Area Riservata;
- utilizzo di canali digitali ufficiali (SPID, Area Riservata, PEC, Numero Verde) per gestire iscrizione, richieste e pagamenti.
Allo stesso tempo, ENPAPI è un sistema in forte crescita: solo per le decorrenze 2024 sono state perfezionate 8.265 istruttorie di iscrizione, con un aumento della platea degli iscritti pari al 66,4% rispetto agli anni precedenti.
Un segnale chiaro: sempre più professionisti stanno riconoscendo il valore di una tutela previdenziale strutturata e delle prestazioni che l’Ente mette in campo.
Il problema?
Norme, percentuali, agevolazioni, moduli, scadenze e procedure online possono risultare complessi, frammentati e poco chiari se affrontati da soli, magari tra un turno in reparto, un turno in RSA e le prime fatture da libero professionista
Ed è proprio qui che entra in gioco la conoscenza.
In questa guida completa su ENPAPI ti accompagneremo passo dopo passo, spiegandoti in modo chiaro ma tecnicamente accurato:
- Che cos’è ENPAPI, come funziona e perché è così importante per chi esercita la professione infermieristica in forma autonoma.
- Chi è obbligato a iscriversi: infermieri, infermieri pediatrici, assistenti sanitari, collaboratori coordinati e continuativi, cooperative, associazioni e tutte le casistiche concrete.
- Come si effettua l’iscrizione oggi, passo dopo passo: accesso con SPID all’Area Riservata, compilazione del form online, utilizzo della PEC e gestione delle comunicazioni ufficiali.
- Quali contributi si pagano, come si calcolano (16% soggettivo, 4% integrativo, minimi, agevolazioni, riduzioni, esoneri) e quali sono le principali scadenze annuali.
- Quali prestazioni offre ENPAPI: pensione, indennità di maternità, malattia, infortunio, prestazioni assistenziali, copertura di responsabilità civile professionale e altri strumenti di tutela per gli iscritti.
- Come funziona la pensione ENPAPI: requisiti di accesso, calcolo del montante contributivo, tempistiche e logica del sistema contributivo.
- Come comunicare in modo efficace con l’Ente, sfruttando correttamente PEC, Area Riservata, Numero Verde 800 070 070 e il recapito da rete mobile 06 36 704 704.
- E infine, come collegare correttamente Partita IVA e iscrizione ENPAPI, evitando errori nella fase di avvio attività e valutando quando ha senso farsi seguire da un commercialista online specializzato nella gestione fiscale dei professionisti sanitari.
L’obiettivo è darti una visione completa, aggiornata e realmente utilizzabile: non una semplice panoramica teorica, ma una guida operativa che ti permetta di capire come funziona ENPAPI, cosa devi fare concretamente e quali scelte possono aiutarti a tutelare al meglio il tuo futuro previdenziale.
Se stai pensando di aprire Partita IVA come infermiere libero professionista, se hai appena iniziato a collaborare con strutture sanitarie in autonomia, oppure se sei già iscritto ma non hai mai approfondito davvero come funzionano contributi, prestazioni e pensione, questa guida è pensata esattamente per te.
Preparati a scoprire ogni aspetto dell’ENPAPI, con la stessa logica con cui affronti il tuo lavoro: precisione, consapevolezza e cura del dettaglio.
Perché conoscere le regole della tua cassa previdenziale significa decidere con lucidità.
E decidere con lucidità, per un libero professionista, significa proteggere tempo, denaro e futuro.
ENPAPI – Cos’è, Come Funziona e a Cosa Serve?

Quando inizi a lavorare come infermiere in autonomia, ENPAPI diventa uno dei nomi con cui dovrai inevitabilmente fare i conti.
Che tu apra Partita IVA, collabori con strutture sanitarie come libero professionista o svolga attività in forma non dipendente, dietro le quinte ci sarà sempre una domanda fondamentale.
Chi si occupa della tua pensione e delle tue tutele assistenziali se non hai un datore di lavoro che versa i contributi al tuo posto.
È qui che entra in gioco ENPAPI.
Il suo ruolo è trasformare il tuo lavoro autonomo da semplice reddito “qui e ora” in diritti, anni contributivi e prestazioni future.
Non è un servizio accessorio.
È il punto di riferimento previdenziale e assistenziale per la professione infermieristica svolta fuori dal lavoro dipendente.
Capire cos’è ENPAPI, come funziona nel concreto e a cosa serve davvero ti permette di evitare buchi contributivi, errori di gestione e soprattutto quella sensazione di “non sapere cosa succederà domani” dopo anni di lavoro in autonomia.
Nei prossimi paragrafi lo vediamo punto per punto.
Cos’è l’ENPAPI?
ENPAPI è l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica.
È la cassa previdenziale di riferimento per infermieri, infermieri pediatrici e assistenti sanitari che lavorano in forma non dipendente, cioè come liberi professionisti o collaboratori autonomi.
Dal punto di vista giuridico è un ente di diritto privato con funzione pubblica.
Opera sotto la vigilanza dei Ministeri competenti e ha un compito ben preciso.
Assicurare la tutela previdenziale e la protezione assistenziale a questi professionisti, su tutto il territorio nazionale.
In termini molto semplici, ENPAPI è la tua “cassa pensione + assistenza” se fai l’infermiere in autonomia.
Non è un fondo facoltativo né una polizza privata.
È l’ente che gestisce la tua posizione previdenziale quando non sei assunto come dipendente, ma lavori in proprio o tramite forme di collaborazione.
Come funziona l’ENPAPI?
Quando inizi a svolgere attività infermieristica in forma autonoma, si apre una posizione previdenziale personale presso ENPAPI.
Questa posizione è legata ai tuoi dati anagrafici e al tuo codice fiscale.
Ti seguirà per tutta la tua carriera da libero professionista o collaboratore.
Ogni anno comunichi all’ente quanto hai guadagnato con l’attività professionale.
Su quel reddito ENPAPI calcola i contributi previdenziali obbligatori, secondo le regole previste dal proprio Regolamento di previdenza.
I contributi che versi non “spariscono”.
Vanno ad alimentare un montante individuale, cioè il tuo “salvadanaio previdenziale”.
Nel tempo ENPAPI registra, conserva e rivaluta questo montante.
Quando raggiungi i requisiti previsti dalla legge, lo trasforma in trattamenti pensionistici.
Parliamo, ad esempio, di pensione di vecchiaia, pensione di invalidità o pensioni ai superstiti per i familiari aventi diritto.
Il funzionamento dell’ente non si ferma però alla sola pensione.
Accanto alla parte strettamente previdenziale ENPAPI gestisce anche una componente assistenziale.
In base a specifici regolamenti e bandi, può erogare indennità di maternità, interventi per stato di bisogno, indennità di malattia e contributi per spese funebri, a favore degli iscritti e, in alcuni casi, dei loro familiari.
Tutto questo oggi si appoggia principalmente a canali digitali.
L’iscritto utilizza l’Area Riservata ENPAPI, accessibile solo tramite SPID, per controllare la propria posizione, scaricare documenti, gestire le dichiarazioni e monitorare comunicazioni e avvisi.
Le pratiche che richiedono un valore formale o legale passano invece tramite PEC e gli altri canali istituzionali indicati dall’ente.
In questo modo tutte le comunicazioni restano tracciate, verificabili e consultabili nel tempo.
A cosa serve l’ENPAPI?
ENPAPI serve, prima di tutto, a trasformare il tuo lavoro autonomo in pensione.
Gli anni che passi a lavorare come libero professionista o collaboratore non restano scollegati o dispersi.
Confluiscono in una posizione previdenziale unica, con contributi registrati, rivalutati e pronti a diventare un trattamento pensionistico quando arriverà il momento.
Serve anche a garantirti tutele economiche quando sei più esposto o vulnerabile.
La maternità, la malattia, uno stato di bisogno improvviso o un evento familiare pesante non sono solo problemi tuoi.
In presenza dei requisiti previsti, possono attivarsi prestazioni assistenziali pensate proprio per chi non ha alle spalle le protezioni tipiche del lavoro dipendente.
ENPAPI ti inserisce inoltre in un ecosistema di protezione specifico per la professione infermieristica.
Non sei in una gestione generica.
Sei in una cassa che nasce intorno alle caratteristiche del lavoro infermieristico autonomo e alle sue esigenze concrete, anche tramite convenzioni e strumenti di welfare integrativo.
In sintesi, ENPAPI serve a evitare che il tuo lavoro da libero professionista sia solo “fatturato che entra ed esce”.
Fa in modo che diventi anni contributivi, diritti, pensione e tutele reali.
È il pezzo di sistema che ti permette di progettare la tua carriera infermieristica autonoma guardando anche al futuro, non solo al prossimo turno o alla prossima fattura.
Chi è obbligato ad iscriversi all’ENPAPI?

Capire se sei obbligato o meno ad iscriverti all’ENPAPI non è una sfumatura burocratica, ma una scelta che incide direttamente sulla tua posizione previdenziale per tutti gli anni in cui lavori in autonomia.
La cosa importante da tenere a mente è che non basta essere infermiere: l’obbligo scatta quando iniziano determinate forme di attività professionale.
Possiamo riassumere così la regola di base – l’iscrizione è obbligatoria quando si combinano questi tre elementi:
- sei infermiere, infermiere pediatrico o assistente sanitario;
- sei iscritto all’Ordine provinciale (OPI);
- svolgi attività professionale in forma autonoma, quindi non come lavoratore dipendente, ma come libero professionista o collaboratore.
Quando queste condizioni si verificano, l’iscrizione all’ENPAPI non è più una possibilità “facoltativa”: diventa un obbligo di legge, e deve essere gestita nei tempi e nei modi previsti dai regolamenti dell’Ente e dalle linee guida degli Ordini provinciali.
Gestione Principale e Gestione Separata: chi rientra dove
Per capire meglio chi è obbligato a iscriversi, è utile distinguere le due “anime” dell’ENPAPI:
- Gestione Principale → per la libera professione strutturata (tipicamente con Partita IVA, anche in forma associata).
- Gestione Separata → per le collaborazioni (co.co.co.) e le prestazioni autonome occasionali legate alla professione infermieristica.
Ecco una sintesi schematica che ti aiuta a inquadrarti subito:
| Gestione | Chi deve iscriversi | Esempi tipici di situazioni |
|---|---|---|
| Gestione Principale ENPAPI | Infermieri/e iscritti all’OPI che esercitano libera professione, in forma individuale o associata | Titolare di Partita IVA con codice ATECO infermieristico; associato a studio professionale; socio di cooperativa sociale con rapporto di lavoro autonomo |
| Gestione Separata ENPAPI | Infermieri/e e infermieri/e pediatrici/che iscritti all’OPI che percepiscono redditi da collaborazioni o prestazioni occasionali riconducibili alla professione | Contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.); prestazioni di lavoro autonomo occasionale per attività infermieristiche o connesse alla propria competenza professionale |
Nel caso della Gestione Principale, ENPAPI stesso chiarisce che l’iscrizione è obbligatoria per tutti gli infermieri iscritti agli Ordini provinciali che svolgono attività libero-professionale in qualità di:
- titolari di Partita IVA;
- associati a uno studio professionale;
- soci di cooperativa sociale con rapporto di lavoro autonomo.
Per la Gestione Separata, invece, l’iscrizione è obbligatoria per gli infermieri che svolgono attività professionale in qualità di:
- titolari di rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (art. 409 c.p.c.);
- titolari di prestazioni di lavoro autonomo occasionale (artt. 2222 e seguenti c.c.), quando quelle prestazioni sono affidate proprio in ragione della tua competenza infermieristica.
In altre parole, se stai lavorando come infermiere autonomo, in qualsiasi forma che non sia il classico contratto di dipendenza, è molto probabile che rientri in uno dei due rami dell’ENPAPI.
Attività che fanno scattare l’obbligo (anche quando non sembra)
Un aspetto che genera spesso confusione è questo: si tende a pensare che l’obbligo ENPAPI riguardi solo chi “mette le mani sul paziente” in libera professione, ma non è così.
Le linee guida di diversi Ordini provinciali e i documenti FNOPI chiariscono che rientrano nell’obbligo di iscrizione tutte le attività attribuite al professionista in ragione della sua particolare competenza, anche se non coincidono con l’assistenza infermieristica in senso stretto.
Questo significa che possono rientrare nel perimetro ENPAPI, ad esempio:
- incarichi di docenza e formazione in ambito sanitario affidati proprio perché sei infermiere;
- consulenze a strutture, enti o aziende su tematiche cliniche, organizzative o di risk management legate alla tua professionalità;
- attività di perito o consulente tecnico in procedimenti assicurativi o giudiziari dove la tua competenza infermieristica è il motivo dell’incarico;
- ruoli di coordinamento, direzione o tutoraggio svolti con contratti autonomi ma sempre fondati sulla tua iscrizione all’OPI.
Ciò che conta non è solo la forma fiscale o giuridica del contratto, ma la domanda chiave: “Mi stanno pagando perché sono infermiere e per la mia competenza professionale.”
Se la risposta è sì, è molto probabile che quel reddito sia rilevante ai fini ENPAPI.
Lavoro dipendente, doppio inquadramento e casi misti
Un’altra domanda classica è: “Se sono dipendente devo comunque iscrivermi all’ENPAPI.”
La distinzione è questa:
- se sei solo dipendente (ospedale pubblico, clinica privata, RSA, ecc.) e non svolgi alcuna attività autonoma legata alla professione infermieristica, la tua previdenza è gestita dall’INPS e non devi iscriverti all’ENPAPI;
- se accanto al lavoro dipendente inizi a svolgere attività libero-professionale o di collaborazione, per quella parte autonoma scatta l’obbligo di iscrizione ENPAPI, anche se stai già versando contributi come dipendente.
In questo secondo caso avrai, di fatto, due canali previdenziali:
- INPS per la parte di lavoro dipendente;
- ENPAPI per la parte di attività autonoma.
Non è un errore o una duplicazione “illegittima”: è il modo con cui il sistema gestisce il fatto che una parte della tua carriera si svolge con tutele da dipendente e una parte come libero professionista o collaboratore.
Tempistiche – Entro quando va fatta l’iscrizione?
anche il fattore tempo ha un peso.
Le indicazioni convergono su un punto preciso: la domanda di iscrizione all’ENPAPI deve essere presentata entro 60 giorni dall’inizio dell’attività libero-professionale o dall’avvio del rapporto di collaborazione.
Per libera professione con Partita IVA, l’inizio attività viene normalmente fatto coincidere con:
- la data di apertura della Partita IVA;
- oppure, in alcuni vademecum, con la data di emissione della prima fattura per prestazioni infermieristiche autonome.
Per collaborazioni e prestazioni occasionali, l’inizio dell’obbligo è collegato alla stipula del primo contratto o alla prima prestazione retribuita riconducibile alla professione infermieristica.
Il dettaglio operativo su come presentare la domanda (moduli, PEC, area riservata, documenti da allegare) lo affronterai nella sezione successiva, dedicata proprio alla procedura di iscrizione.
Qui ciò che conta è fissare il principio:
Per chiudere la sezione con uno sguardo operativo, puoi usare questa checklist rapida:
- Devi iscriverti all’ENPAPI se:
- sei infermiere, infermiere pediatrico o assistente sanitario iscritto all’OPI;
- inizi a svolgere attività libero-professionale (con P.IVA o in forma associata);
- oppure inizi collaborazioni o prestazioni occasionali che ti vengono affidate in quanto infermiere;
- e tutto questo accade accanto o al di fuori di eventuali rapporti di lavoro dipendente.
- Non devi iscriverti all’ENPAPI se:
- lavori esclusivamente come dipendente e non hai nessuna attività autonoma o di collaborazione collegata alla tua professione infermieristica.
Tutto ciò che riguarda la parte successiva – come presentare la domanda, quali passaggi seguire, quali canali usare e che errori evitare – lo vediamo nel prossimo paragrafo.
Iscrizione ENPAPI – Come Fare?

Dopo aver chiarito chi è obbligato ad iscriversi, il passo successivo è capire in modo concreto come si svolge oggi la procedura di iscrizione all’ENPAPI.
Negli ultimi anni l’Ente ha spinto con forza sulla digitalizzazione dei servizi e, dal 5 maggio 2025, l’iscrizione non passa più da moduli cartacei o raccomandate: si effettua esclusivamente online, tramite un form telematico dedicato.
Questo significa che, nel momento in cui inizi la tua attività libero-professionale o di collaborazione, l’adempimento non è più “andare alla posta”, ma gestire tutto dal sito ufficiale ENPAPI, rispettando una serie di passaggi ben precisi e soprattutto un termine fondamentale: i 60 giorni dall’inizio attività, oltre i quali sono previste sanzioni amministrative.
Procedura di Iscrizione per Infermieri e Assistenti Sanitari
Oggi la logica è molto semplice: ti iscrivi una sola volta all’Ente, attraverso il portale, e in quella sede dichiari se rientri nella Gestione Principale (libera professione con Partita IVA o forme strutturate) o nella Gestione Separata (collaborazioni e prestazioni autonome occasionali).
La differenza, quindi, non è nella procedura, ma nel tipo di attività che indichi all’interno del form di iscrizione.
Per rendere tutto più chiaro, possiamo suddividere la procedura in quattro blocchi logici.
1. Preparazione: cosa avere pronto prima di iniziare
Prima di aprire il sito ENPAPI è utile raccogliere tutti i dati che ti verranno richiesti, in modo da poter completare la domanda senza interruzioni.
In particolare ti serviranno:
- dati anagrafici completi (nome, cognome, codice fiscale, residenza, contatti);
- estremi di iscrizione all’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI);
- data di inizio dell’attività libero-professionale o del primo contratto di collaborazione/occasionali;
- tipologia di attività che stai svolgendo (libera professione con Partita IVA, studio associato, cooperativa, co.co.co., prestazione autonoma occasionale, ecc.);
- indirizzo PEC personale, che è obbligatorio perché ENPAPI comunicherà con te principalmente tramite PEC e Area Riservata;
- credenziali SPID, perché ti serviranno per accedere all’Area Riservata e consultare in seguito il tuo “cassetto previdenziale” digitale.
Arrivare alla compilazione del form con queste informazioni già disponibili rende l’intera procedura molto più lineare e ti riduce il rischio di errori o interruzioni.
2. Accesso al sito ENPAPI e scelta della sezione corretta
Il secondo passaggio è entrare nel sito ufficiale enpapi.it e individuare la sezione di iscrizione.
Dalla homepage troverai, nel box in alto a destra, il pulsante “Iscrizione all’Ente / Iscriviti”, che ti porta alla pagina dedicata dove è disponibile il form online.
È da lì che parte la procedura telematica unificata per:
- chi deve entrare in Gestione Principale (libera professione individuale, studio associato, cooperativa con rapporto autonomo);
- chi deve iscriversi alla Gestione Separata (collaborazioni coordinate e continuative, prestazioni autonome occasionali rese in quanto infermiere/assistente sanitario).
3. Compilazione e invio della domanda online
Una volta entrato nella sezione di iscrizione, compili il form telematico seguendo i campi richiesti.
La news ufficiale del 5 maggio 2025 specifica che l’iscrizione può avvenire solo in modalità telematica, compilando il form predisposto nel box in alto a destra dell’homepage, e che per completare il processo è necessario autenticarsi tramite SPID e indicare correttamente l’indirizzo PEC.
In pratica ti verrà chiesto di inserire:
- dati anagrafici e di contatto (incluso il telefono e la PEC, che ENPAPI considera canali principali di comunicazione);
- dati di iscrizione all’OPI;
- informazioni dettagliate sulla tua attività: se stai esercitando in libera professione o come collaboratore, se hai Partita IVA o svolgi prestazioni occasionali, la data esatta di inizio attività;
- eventuali agevolazioni contributive per cui hai diritto (es. primi anni di attività, situazioni particolari previste dai regolamenti).
Dopo aver compilato tutti i campi, confermi l’invio della domanda.
La procedura prevede l’invio automatico di una mail all’indirizzo PEC che hai comunicato, contenente un link valido per 48 ore: devi cliccarlo per finalizzare il processo, altrimenti la domanda non viene perfezionata e dovrai ripetere la procedura da capo.
4. Termini da rispettare, sanzioni e conferma dell’iscrizione
Il nodo temporale più importante riguarda il termine per l’invio della domanda.
Per la Gestione Principale, ENPAPI specifica che:
- la domanda deve essere trasmessa entro 60 giorni dalla data di inizio dell’attività libero-professionale;
- fa fede la data di trasmissione del form online, non quella in cui effettui materialmente la prima prestazione;
- se superi il termine, scattano sanzioni amministrative progressive, secondo la seguente logica:
| Tempistica di invio domanda (Gestione Principale) | Effetto |
|---|---|
| Entro 60 giorni dall’inizio attività | Iscrizione regolare, nessuna sanzione |
| Dal 61° al 90° giorno | Sanzione di 20 € per omesso o ritardato invio della domanda di iscrizione |
| Oltre il 91° giorno | Sanzione di 100 € per invio oltre il 90° giorno |
Una disciplina analoga è prevista in caso di reiscrizione dopo la ripresa dell’attività, sempre con il termine di 60 giorni e le stesse soglie di 20 e 100 euro a seconda del ritardo.
Per la Gestione Separata il riferimento normativo è diverso e riguarda soprattutto i contratti di collaborazione, ma la logica prudenziale è la stessa: presentare la domanda tempestivamente non solo ti mette al riparo da contestazioni, ma consente all’Ente di aprire subito la tua posizione e agganciare correttamente i contributi che verranno versati.
Una volta completato il processo e cliccato il link ricevuto via PEC, l’iscrizione viene formalmente perfezionata.
Il provvedimento di iscrizione è depositato nel tuo “Cassetto Previdenziale ENPAPI”, all’interno dell’Area Riservata accessibile con SPID, e ti viene inviato anche via PEC, così da avere una traccia ufficiale della data di decorrenza e della gestione di appartenenza.
Da questo momento in poi, sei tenuto a mantenere sempre aggiornati i tuoi dati anagrafici e di contatto, con particolare attenzione alla PEC e al numero di telefono, che ENPAPI individua come i principali strumenti di comunicazione insieme all’Area Riservata.
Incremento Iscrizioni e Incassi Annuali
Per capire quanto sia “vivo” l’Ente a cui ti stai iscrivendo, è utile guardare non solo alla procedura, ma anche ai numeri recenti su iscrizioni e incassi contributivi.
Sul fronte delle iscrizioni, ENPAPI ha pubblicato il dato relativo all’anno 2024 in una comunicazione dedicata: il monitoraggio delle iscrizioni con decorrenza 2024 ha registrato 8.265 istruttorie perfezionate, con un aumento della platea degli iscritti pari al 66,4% rispetto all’anno precedente.
Nel testo l’Ente parla esplicitamente di un “trend esponenziale”, collegandolo alla crescente consapevolezza dei professionisti rispetto al ruolo della previdenza di categoria e ai benefici assistenziali collegati all’iscrizione.
Sul fronte delle entrate contributive, il quadro è altrettanto significativo.
Il Bilancio Consuntivo 2024 e i comunicati collegati raccontano di incassi contributivi complessivi pari a 137,9 milioni di euro, con una crescita del 12,5% su base annua rispetto al 2023 e un aumento del 46,5% rispetto al 2019, a conferma di un trend di crescita ormai consolidato.
Possiamo riassumere così i principali numeri messi nero su bianco dall’Ente:
| Indicatore | Valore / Variazione | Fonte ENPAPI |
|---|---|---|
| Istruttorie di iscrizione perfezionate con decorrenza 2024 | 8.265 | Comunicato “Incremento iscrizioni 2024” |
| Aumento platea iscritti nel 2024 | +66,4% rispetto all’anno precedente | Comunicato “Incremento iscrizioni 2024” |
| Incassi contributivi 2024 | 137,9 milioni di euro | Bilancio Consuntivo 2024 |
| Variazione incassi 2024 vs 2023 | +12,5% | Bilancio Consuntivo 2024 |
| Variazione incassi 2024 vs 2019 | +46,5% | Bilancio Consuntivo 2024 e note di commento |
A questi dati strutturali si aggiungono gli aggiornamenti periodici pubblicati sul sito ENPAPI, ad esempio quelli relativi all’andamento delle iscrizioni e delle entrate contributive nel primo semestre 2025, che confermano il proseguimento del trend positivo e la volontà dell’Ente di monitorare costantemente la sostenibilità del sistema.
Per te, in pratica, questi numeri significano due cose molto concrete.
Da un lato, stai entrando in una cassa che si sta espandendo, con una platea di iscritti in forte crescita e una capacità contributiva in aumento.
Dall’altro, il fatto che ENPAPI colleghi questi risultati a scelte di digitalizzazione (come l’iscrizione online e il cassetto previdenziale telematico) indica che il processo di cui hai appena visto i passaggi non è un semplice adempimento formale, ma un tassello di un sistema in trasformazione, pensato per rendere più facile gestire la tua previdenza nel tempo.
Nella prossima sezione entreremo in quello che, di solito, è il punto più sensibile per chi si iscrive: i contributi!
Contributi ENPAPI – Quanto Si Paga, Quando e Come Si Calcolano?

Se sei iscritto alla Gestione Principale ENPAPI perché eserciti la libera professione con Partita IVA, ogni anno versi tre tipi di contributi: soggettivo, integrativo e di maternità.
Sono distinti tra loro, ma vanno sempre considerati insieme, perché formano il quadro complessivo della tua contribuzione annua.
Il contributo soggettivo è il “cuore” della previdenza ENPAPI.
Viene calcolato applicando un’aliquota del 16% al reddito professionale netto, cioè al reddito derivante dalla tua attività infermieristica, al netto dei costi ma al lordo della ritenuta d’acconto.
Esiste comunque un minimo annuo: anche se guadagni poco, non puoi versare meno di una soglia fissata dall’Ente, che per gli ultimi anni è stata pari a 1.600 euro.
Se il 16% del tuo reddito è superiore a questo importo, paghi la cifra più alta; se è inferiore, rimani sul minimo.
Su questo contributo ENPAPI ti dà una certa flessibilità.
Puoi decidere di aumentare l’aliquota, arrivando fino al 23%, per incrementare il tuo montante contributivo e, di conseguenza, l’importo della pensione futura.
Il contributo soggettivo è interamente deducibile dal reddito imponibile: quello che versi riduce la base su cui calcoli l’IRPEF o l’imposta sostitutiva, se sei in regime forfettario.
Il contributo integrativo funziona in modo diverso.
Non si calcola sul reddito, ma sul volume d’affari, cioè sull’ammontare dei corrispettivi lordi che fatturi.
L’aliquota ordinaria è pari al 4% e, nella pratica, viene addebitata in fattura al cliente come rivalsa ENPAPI.
Anche in questo caso è previsto un minimo annuo, pari a 150 euro, che devi versare anche se il tuo volume d’affari è molto basso.
Il contributo di maternità, infine, è un contributo annuo fisso che tutti gli iscritti versano per finanziare le indennità di maternità erogate dall’Ente.
Non si calcola in percentuale, ma viene determinato di anno in anno dal Consiglio di Amministrazione ed è uguale per tutti, indipendentemente dal reddito.
Negli ultimi esercizi l’importo si è assestato in poche decine di euro all’anno (poco più di 60 euro), e anche questo contributo è considerato nel calcolo complessivo della contribuzione minima.
Per avere sotto controllo la struttura dei contributi puoi pensare alla Gestione Principale ENPAPI in questo modo:
| Tipo di contributo | Su cosa si calcola | Cosa finanzia principalmente |
|---|---|---|
| Soggettivo | Reddito professionale netto | La tua futura pensione (montante contributivo) |
| Integrativo | Volume d’affari (fatturato lordo) | La cassa nel suo complesso, tramite rivalsa in fattura |
| Di maternità | Importo annuo fisso | Indennità di maternità per le iscritte |
Questa combinazione fa sì che, ogni anno, tu abbia una cifra minima da versare (soggettivo minimo + integrativo minimo + maternità) e poi un eventuale conguaglio in base ai redditi effettivi.
Quando si pagano i contributi ENPAPI (Gestione Principale)
La gestione delle scadenze è pensata per distribuire i versamenti nel corso dell’anno, senza concentrare tutto in un unico momento.
Di solito il calendario funziona così:
- durante l’anno versi quattro acconti bimestrali, che coprono la contribuzione minima (soggettivo minimo, integrativo minimo e maternità);
- dopo aver inviato la dichiarazione reddituale tramite Modello UNI, ENPAPI calcola quanto effettivamente devi e ti chiede un conguaglio da pagare in più rate entro la fine dell’anno.
Gli acconti hanno scadenze standardizzate (tipicamente 10 febbraio, 10 aprile, 10 giugno e 10 agosto) e rappresentano una “provvista” iniziale.
Se durante l’anno la tua attività cresce molto rispetto alle stime, sarà il conguaglio, dopo la dichiarazione dei redditi, a riallineare il totale dovuto.
Il Modello UNI è la dichiarazione telematica con cui comunichi a ENPAPI il reddito professionale e il volume d’affari dell’anno precedente.
Si compila in Area Riservata entro una scadenza prefissata (ad esempio, 10 settembre) e fa da base per il calcolo definitivo dei contributi soggettivi e integrativi.
Una volta trasmesso il Modello UNI, ENPAPI ricalcola il dovuto complessivo e ti mette a disposizione gli avvisi di pagamento per il conguaglio, di norma suddiviso in più rate entro il 10 dicembre.
Le rate bimestrali di acconto, se pagate con qualche giorno di ritardo, non generano automaticamente sanzioni; è soprattutto il mancato versamento entro le scadenze di conguaglio a determinare l’applicazione di interessi e sanzioni.
Tutti i pagamenti avvengono di solito tramite PagoPA, generando gli avvisi direttamente dall’Area Riservata (“Contributi e Pagamenti”).
In questo modo hai sempre traccia dello storico, degli importi e degli eventuali residui.
Come si calcolano, in pratica, i contributi ENPAPI (Gestione Principale)
Per rendere più concreto il meccanismo, immaginiamo il caso di un infermiere libero professionista che lavora in regime forfettario.
Supponiamo che in un anno tu abbia:
- 30.000 euro di compensi fatturati;
- un coefficiente di redditività pari, ad esempio, al 78% (tipico delle professioni sanitarie);
- nessun altro contributo previdenziale versato ad altre gestioni.
Il primo passo è calcolare il reddito imponibile previdenziale: 30.000 € × 78% = 23.400 €.
Su questo reddito si calcola il contributo soggettivo.
Applicando il 16% avresti: 23.400 € × 16% = 3.744 €.
Poiché 3.744 € è superiore al minimo di 1.600 €, il contributo dovuto per l’anno, a titolo soggettivo, sarà di 3.744 €.
Il contributo integrativo, invece, si calcola sul volume d’affari, quindi sui 30.000 € fatturati: 30.000 € × 4% = 1.200 €.
Questa cifra, se hai applicato correttamente la rivalsa in fattura, corrisponde al 4% che hai addebitato ai clienti e che poi giri a ENPAPI.
A questi importi va aggiunto il contributo di maternità, nella misura stabilita per l’anno in questione (per gli ultimi esercizi intorno ai 60–70 euro).
In uno scenario del genere, il quadro sarebbe grosso modo questo:
- contributo soggettivo: 3.744 €;
- contributo integrativo: 1.200 €;
- contributo di maternità: importo fisso (es. circa 65 €);
per un totale di poco superiore ai 5.000 euro di contribuzione complessiva annua.
La parte davvero “a tuo carico” in termini di reddito imponibile è soprattutto il contributo soggettivo e il contributo di maternità, che sono deducibili e ti riducono l’imponibile fiscale.
Il contributo integrativo, se correttamente addebitato in fattura, entra e esce dalle tue casse, finanziando l’Ente senza trasformarsi in un costo netto paragonabile alle imposte.
Contributi ENPAPI per la Gestione Separata (collaboratori)
Se non hai Partita IVA ma lavori come collaboratore, rientri in un quadro diverso.
In questo caso parliamo di Gestione Separata ENPAPI, che riguarda rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o prestazioni autonome occasionali legate alla professione infermieristica.
Qui il contributo non lo versi direttamente tu con F24 o PagoPA, ma viene calcolato sul compenso lordo e versato dal committente (struttura, cooperativa, ente, azienda).
Le regole generali sono queste:
- sul compenso lordo si applica un’aliquota previdenziale (intorno al 33% IVS, con una maggiorazione per le tutele assistenziali, per un totale di poco oltre il 33% per chi è iscritto solo a ENPAPI);
- se sei già pensionato o iscritto ad altra gestione obbligatoria, l’aliquota è più bassa (intorno al 24%);
- il contributo è ripartito: di solito 2/3 a carico del committente e 1/3 a carico del collaboratore;
- il versamento avviene mensilmente, tramite F24, entro il 16 del mese successivo al pagamento del compenso.
Per te, lato collaboratore, questo significa che non devi preoccuparti di generare modelli di pagamento: è il committente che gestisce i flussi.
Quello che invece è fondamentale è controllare periodicamente l’Estratto conto previdenziale nella tua Area Riservata ENPAPI.
In questo modo puoi verificare che ogni compenso percepito sia stato effettivamente accompagnato dal versamento dei relativi contributi e che le settimane o i mesi di collaborazione risultino correttamente accreditati.
Se volessimo condensare tutto in poche idee chiare:
- se lavori con Partita IVA, i contributi si calcolano su reddito (soggettivo), volume d’affari (integrativo) e un importo fisso (maternità), con una contribuzione minima da pagare ogni anno e un conguaglio dopo la dichiarazione UNΙ;
- se lavori come collaboratore, i contributi si calcolano sul compenso lordo e li versa il committente, ripartiti tra lui e te, con accredito sulla tua posizione ENPAPI;
- in entrambi i casi, i contributi servono a costruire il tuo montante contributivo, a garantire il diritto alla pensione e a finanziare le prestazioni assistenziali che l’Ente mette a disposizione degli iscritti.
Nelle sezioni successive dell’articolo andrai a vedere come questi contributi si trasformano nel tempo in prestazioni concrete: pensione ENPAPI, indennità, tutele e servizi collegati alla tua posizione previdenziale.
Prestazioni Per Gli Iscritti Alla Cassa Previdenziale ENPAPI – Quali Sono?

Finora hai visto chi deve iscriversi e quali contributi si pagano.
La domanda successiva, molto concreta, è: “In cambio di tutto questo, cosa mi offre ENPAPI, esattamente?”
Quando parliamo di prestazioni ENPAPI stiamo parlando di tutto ciò che l’Ente ti restituisce nel corso della vita professionale e dopo, sotto forma di pensioni, indennità e aiuti economici.
Non si tratta solo della pensione di vecchiaia, ma di un insieme di tutele che si attivano in momenti molto diversi: malattia, maternità, difficoltà economiche, eventi familiari importanti.
In modo molto sintetico, le prestazioni si dividono in tre grandi blocchi.
- Prestazioni previdenziali, che ruotano intorno al concetto di pensione.
- Prestazioni assistenziali, legate a situazioni di bisogno, malattia o eventi straordinari.
- Strumenti di welfare integrativo, come l’assistenza sanitaria tramite EMAPI.
Per avere subito una visione d’insieme, puoi immaginare le prestazioni ENPAPI organizzate così:
| Macro-area di tutela | Prestazioni principali | A cosa servono, in pratica |
|---|---|---|
| Previdenziali | Pensione di vecchiaia, assegno di invalidità, pensione di inabilità, pensioni ai superstiti | Ti garantiscono un reddito continuativo quando smetti di lavorare o quando non puoi più farlo per motivi di salute, e tutelano i tuoi familiari dopo il decesso |
| Maternità | Indennità di maternità (e casi collegati) | Sostituiscono il reddito nei mesi in cui non puoi lavorare a causa della gravidanza o dell’arrivo di un figlio |
| Assistenziali | Intervento per stato di bisogno, indennità di malattia, contributo spese funebri, sussidi vari, trattamenti economici speciali | Ti aiutano in situazioni di difficoltà economica, malattia, calamità, spese straordinarie |
| Welfare integrativo | Assistenza sanitaria integrativa EMAPI, convenzioni, coperture aggiuntive | Ti offrono una protezione “extra” su spese sanitarie e altri rischi, in chiave volontaria o convenzionata |
Nei prossimi paragrafi vediamo ciascun blocco in modo più concreto, senza ancora entrare nei dettagli tecnici della pensione (che affronterai nella sezione successiva dedicata proprio alla pensione ENPAPI).
Prestazioni previdenziali: pensioni e tutele collegate
Il primo pilastro delle prestazioni ENPAPI è quello previdenziale.
Qui entrano in gioco tutte le prestazioni che hanno al centro la parola “pensione”, cioè un reddito periodico che ti viene riconosciuto quando maturi determinate condizioni di età, contributi o stato di salute.
Le principali prestazioni previdenziali sono quattro.
La pensione di vecchiaia, che è la forma “classica” di pensione.
Si raggiunge al verificarsi di specifici requisiti di età anagrafica e anzianità contributiva fissati dal Regolamento di previdenza.
ENPAPI, ad esempio, prevede la possibilità di chiedere la pensione a partire da una certa età minima con almeno un numero definito di anni di contribuzione effettiva, oppure in presenza di una lunga carriera contributiva, anche con età anagrafica inferiore.
L’assegno di invalidità è una prestazione che interviene quando una malattia o un infortunio riducono in modo significativo la tua capacità di lavorare come infermiere, ma non la annullano completamente.
In pratica, è un trattamento che ti riconosce un reddito periodico in presenza di una invalidità parziale, con requisiti sanitari e contributivi specifici stabiliti dal regolamento.
La pensione di inabilità è invece pensata per i casi più gravi, in cui non sei più in grado di svolgere l’attività professionale in modo permanente.
In questo caso la prestazione non è un semplice assegno ridotto, ma una vera e propria pensione, che decorre dal mese successivo alla domanda e può essere riconosciuta a prescindere dall’età anagrafica, purché siano rispettati i requisiti di inabilità e di contribuzione.
La pensione di inabilità è anche reversibile ai superstiti, cioè può trasformarsi in una pensione ai familiari aventi diritto.
Le pensioni ai superstiti (di reversibilità o indirette) tutelano la tua famiglia nel momento in cui non ci sei più.
Se al momento del decesso sei titolare di pensione ENPAPI, si parla di pensione di reversibilità.
Se invece muori prima di aver iniziato a percepire la pensione, ma hai maturato determinati requisiti contributivi, i tuoi familiari possono avere diritto a una pensione indiretta.
In entrambi i casi, l’obiettivo è garantire un reddito continuativo ai superstiti sul montante contributivo che hai accumulato.
Accanto a queste prestazioni, ricordati che ENPAPI disciplina anche il cumulo e la totalizzazione dei periodi assicurativi con altre gestioni, per evitare di “perdere anni” quando nella tua storia previdenziale sono presenti INPS o altre casse professionali.
Questi aspetti tecnici li vedrai meglio quando entrerai nel dettaglio della sezione dedicata alla pensione.
Indennità di maternità: tutela del reddito nelle fasi più delicate
Per le iscritte ENPAPI che lavorano in libera professione, la maternità non è solo un evento personale, ma anche un momento in cui il reddito può ridursi drasticamente.
È proprio in questa fase che interviene la indennità di maternità prevista dall’Ente.
L’indennità di maternità erogata da ENPAPI è una prestazione economica sostitutiva del reddito.
L’importo viene calcolato, in linea con il D.Lgs. 151/2001, nella misura dell’80% dei 5/12 del reddito professionale percepito e dichiarato ai fini fiscali come reddito da lavoro autonomo nel secondo anno precedente l’evento.
Questo significa che, se ad esempio l’evento (parto o adozione) avviene nel 2025, la base di calcolo è il reddito professionale del 2023.
Su quel reddito si calcola prima una frazione (5/12) e poi si applica l’80%, ottenendo così l’importo complessivo dell’indennità.
La logica è quella di avvicinarsi il più possibile a una sostituzione del reddito che avresti presumibilmente realizzato nei mesi di astensione.
La tutela non riguarda solo il parto “standard”.
Le regole ENPAPI richiamano anche i casi di interruzione di gravidanza dopo il sesto mese, di adozione o affidamento e di gravi complicanze della gravidanza che possono richiedere una astensione anticipata.
In tutti questi casi, con modalità e requisiti specifici, la maternità diventa una vera e propria rete di sicurezza economica per la libera professionista.
Operativamente, la domanda di indennità di maternità deve essere presentata a ENPAPI in via telematica, entro termini precisi rispetto al periodo indennizzabile.
La documentazione richiesta serve a dimostrare sia la condizione (gravidanza, parto, adozione, ecc.) sia il collegamento con l’attività libero-professionale svolta.
Per te, il messaggio chiave è semplice.
Se lavori come libera professionista e stai programmando una gravidanza o ti trovi già in quella situazione, l’indennità di maternità è una delle prestazioni più concrete e importanti offerte da ENPAPI, perché trasforma il tuo montante di contributi e il tuo storico reddituale in copertura economica in un momento di sospensione dell’attività.
Prestazioni assistenziali: stato di bisogno, malattia e spese straordinarie
Accanto alle prestazioni pensionistiche e alla maternità, ENPAPI ha sviluppato un’area specifica di prestazioni assistenziali.
Non si tratta di pensioni, ma di interventi una tantum o temporanei, pensati per aiutare gli iscritti quando si trovano in condizioni di particolare difficoltà.
Il quadro di riferimento è il Regolamento Generale di Assistenza, integrato di anno in anno dai Bandi di Assistenza.
In questi documenti l’Ente definisce, entro il budget disponibile, quali prestazioni assistenziali sono attive, quali requisiti servono e come presentare domanda.
Nel Bando di Assistenza 2025, ad esempio, ENPAPI elenca otto principali tipologie di interventi assistenziali:
- intervento in caso di stato di bisogno;
- intervento straordinario in caso di calamità naturali;
- indennità di malattia;
- contributo per spese funebri;
- trattamento economico speciale;
- sussidio per iscritti con familiari a carico con handicap o malattie invalidanti;
- sussidio per protesi terapeutiche;
- sussidio per asilo nido.
Ognuna di queste voci copre un’area molto concreta della vita personale e professionale.
L’intervento in caso di stato di bisogno è pensato per gli iscritti che si trovano in una situazione economica particolarmente grave e documentabile.
Il Regolamento precisa che nel corso dell’anno si può ottenere una sola prestazione di questo tipo e che, salvo eccezioni, non è cumulabile con altri interventi assistenziali sullo stesso evento.
L’intervento straordinario in caso di calamità naturali interviene quando eventi come alluvioni, terremoti o altre calamità riconosciute colpiscono direttamente l’iscritto, la sua abitazione o lo studio professionale.
In questi casi ENPAPI può prevedere contributi a fondo perduto per aiutare a fronteggiare spese improvvise e non sostenibili con il solo reddito professionale.
L’indennità di malattia è una prestazione assistenziale autonoma, distinta dalla pensione di invalidità o inabilità.
La misura dell’indennità è collegata al massimale contributivo dell’anno dell’evento e alle mensilità di contribuzione accreditate nei 12 mesi precedenti.
L’importo giornaliero viene calcolato come frazione del massimale e, in generale, l’indennità di malattia è pari al 50% dell’indennità prevista per la degenza ospedaliera.
Il contributo per spese funebri è un aiuto economico destinato a coprire, in parte o in tutto, le spese sostenute in caso di decesso dell’iscritto o di un familiare indicato dai regolamenti.
L’Ente prevede che il contributo sia pari alle spese documentate, entro un massimale per evento (ad esempio 4.000 euro, elevabili a 8.000 euro in caso di commorienza, come indicato nei bandi recenti).
Il trattamento economico speciale e i sussidi per familiari con disabilità, protesi terapeutiche o asilo nido completano il quadro.
Si tratta di prestazioni pensate per situazioni specifiche: famiglie con carichi assistenziali elevati, necessità di ausili costosi per la salute, conciliazione tra lavoro autonomo e cura dei figli piccoli.
L’importo, i requisiti e le modalità di accesso vengono aggiornati di anno in anno nei bandi, proprio perché legati alle risorse disponibili e alle priorità sociali individuate dall’Ente.
Un punto importante da tenere a mente è che le prestazioni assistenziali non sono automatiche.
Per riceverle devi presentare una domanda, nei tempi e con la documentazione previsti dal Bando di Assistenza.
Inoltre, il Regolamento stabilisce spesso limiti di non cumulabilità tra alcune prestazioni nello stesso anno, proprio perché si tratta di interventi finanziati entro uno stanziamento complessivo annuale.
Welfare integrativo e assistenza sanitaria: EMAPI e altre convenzioni
Infine, accanto alle prestazioni previdenziali e assistenziali, ENPAPI mette a disposizione anche strumenti di welfare integrativo.
Non sono prestazioni “di cassa” in senso stretto, ma convenzioni che ti permettono di accedere a coperture aggiuntive a condizioni più vantaggiose rispetto al mercato.
Un esempio centrale è l’assistenza sanitaria integrativa tramite EMAPI (Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani).
ENPAPI è tra gli enti associati a EMAPI e, proprio grazie a questa adesione, gli iscritti possono attivare coperture di Assistenza Sanitaria Integrativa – ASI, che rimborsano spese per ricoveri, grandi interventi chirurgici, gravi eventi morbosi, parto e altre prestazioni sanitarie secondo quanto previsto dalla convenzione.
La logica è quella di mettere a disposizione una polizza sanitaria collettiva negoziata a livello di categoria, con l’obiettivo di ottenere massimali e servizi sanitari di qualità a costi più bassi rispetto a una copertura individuale sul libero mercato.
In molti casi, la garanzia base può essere integrata da pacchetti aggiuntivi o estesa anche al nucleo familiare, con condizioni definite direttamente da EMAPI.
Accanto a EMAPI, il sito ENPAPI segnala anche altre convenzioni di interesse per i liberi professionisti, come la polizza di responsabilità civile professionale e altri strumenti collegati all’attività infermieristica autonoma.
Queste coperture non sostituiscono le prestazioni “core” di ENPAPI, ma completano il quadro.
Da un lato hai la pensione e le prestazioni assistenziali finanziate dai tuoi contributi.
Dall’altro puoi scegliere di agganciare, sulla stessa posizione professionale, coperture sanitarie e assicurative integrative, sfruttando il fatto di appartenere a una categoria organizzata.
In sintesi, quando ti chiedi “cosa mi dà ENPAPI in cambio di ciò che verso”, la risposta non è una sola voce.
È un pacchetto articolato di pensioni, indennità e aiuti economici che ti accompagna in momenti chiave della vita professionale e personale.
Nella prossima sezione ti concentrerai su uno dei tasselli più importanti di questo pacchetto.
La pensione ENPAPI: come funziona, con quali condizioni, quali importi puoi aspettarti e quali tempistiche devi tenere presenti.
Pensione ENPAPI – Condizioni, Importi e Tempistiche Generali
Arrivati a questo punto, hai ben chiaro chi deve iscriversi a ENPAPI e quali contributi vanno versati ogni anno.
La domanda successiva è la più importante in chiave di lungo periodo:
“Tutti questi contributi, in che tipo di pensione si trasformano?
E con quali regole, tempi e logiche di calcolo.”
Per rispondere bisogna tenere a mente un principio chiave: ENPAPI utilizza un sistema interamente contributivo.
Non ci sono “promesse astratte”, ma un meccanismo piuttosto trasparente: il valore della pensione dipende da quanto hai versato, da per quanto tempo lo hai versato e da a quale età decidi di andare in pensione.
Questa sezione ti guida, in modo ordinato, attraverso:
- le condizioni per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia ENPAPI;
- il meccanismo di calcolo dell’importo (montante + coefficienti di trasformazione);
- la decorrenza della pensione e le modalità con cui si presenta la domanda;
- cosa succede se continui a lavorare dopo la pensione e come funziona il supplemento;
- come si collegano i contributi ENPAPI a quelli versati in altre gestioni previdenziali (cumulo, totalizzazione, ricongiunzione).
Quando maturi il diritto alla pensione ENPAPI
Le regole per la pensione di vecchiaia ENPAPI sono scritte nel Regolamento di Previdenza e riprese anche nelle FAQ degli Ordini provinciali.
Il diritto alla pensione si acquisisce quando si verifica una delle due condizioni alternative:
- 65 anni di età e almeno 5 anni di contribuzione effettiva versata a ENPAPI;
- 57 anni di età e almeno 40 anni di contribuzione ENPAPI.
Quindi hai una via “standard” (65 anni + 5 anni di contributi) e una via “carriera lunga” (57 anni + 40 anni di versamenti).
Nel secondo caso, è evidente che parliamo di professionisti che hanno iniziato molto presto e hanno costruito quasi tutta la loro vita lavorativa dentro ENPAPI.
Possiamo sintetizzare così:
| Percorso di accesso | Età richiesta | Contributi ENPAPI richiesti | A chi si rivolge |
|---|---|---|---|
| Vecchiaia standard | 65 anni | Almeno 5 anni di contribuzione effettiva | A chi ha una storia contributiva ENPAPI anche “breve”, magari affiancata ad altri enti |
| Vecchiaia con carriera lunga | 57 anni | Almeno 40 anni di contribuzione ENPAPI | A chi ha lavorato quasi sempre come libero professionista/collaboratore iscritto all’Ente |
A questi percorsi “interni” ENPAPI si aggiungono i casi in cui hai versato contributi anche in altre gestioni (INPS, altre casse, ecc.).
In queste situazioni si possono utilizzare gli istituti di cumulo, totalizzazione o ricongiunzione per far “dialogare” i vari pezzi della tua carriera, con requisiti che possono agganciarsi alle regole generali del sistema obbligatorio (ad esempio vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contribuzione complessiva).
Come viene calcolato l’importo della pensione ENPAPI
Il cuore del calcolo è descritto in modo molto chiaro dalla documentazione ufficiale:
“l’importo della pensione annua è determinato moltiplicando il montante individuale dei contributi versati per il coefficiente di trasformazione relativo all’età dell’assicurato al momento del pensionamento.”
Quindi i due ingredienti essenziali sono:
- il montante contributivo individuale;
- il coefficiente di trasformazione.
1. Il montante contributivo: il “salvadanaio previdenziale”
Il montante contributivo è la somma di tutti i contributi che, nel corso degli anni, sono stati accreditati sulla tua posizione ENPAPI.
Dentro questo montante confluiscono principalmente:
- i contributi soggettivi che hai versato come libero professionista;
- la quota di contributi che, secondo il regolamento, partecipa alla formazione della pensione (ad esempio parte del contributo integrativo).
Ma il montante non rimane fermo al valore originario dei versamenti.
Ogni anno, al 31 dicembre, viene rivalutato su base composta applicando un tasso di capitalizzazione agganciato alla variazione media quinquennale del PIL nominale, secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 9, della Legge 335/1995 e richiamato dal Regolamento ENPAPI.
Tradotto: i contributi che versi oggi, negli anni, vengono “aggiornati” per tenere conto dell’andamento dell’economia e non restare congelati al valore di partenza.
2. Il coefficiente di trasformazione: da montante a pensione annua
Al momento in cui chiedi la pensione, il montante contributivo maturato viene trasformato in un importo annuo di pensione attraverso i coefficienti di trasformazione.
Questi coefficienti:
- dipendono dalla tua età alla decorrenza della pensione;
- sono più bassi se vai in pensione prima,
- aumentano man mano che l’età cresce, perché la pensione, statisticamente, dovrà essere pagata per meno anni.
Per tenere conto anche delle frazioni di anno, il Regolamento ENPAPI prevede un adeguamento del coefficiente in dodicesimi, come indicato espressamente all’art. 24.
In formula, semplificando al massimo:
Pensione annua lorda ENPAPI = montante contributivo × coefficiente di trasformazione
Le tabelle dei coefficienti sono allegate al Regolamento di Previdenza e vengono periodicamente aggiornate in linea con gli adeguamenti previsti dalla normativa nazionale sui sistemi contributivi.
Per capire l’idea, puoi pensare a un esempio puramente illustrativo (non basato su valori reali di tabella):
- montante contributivo complessivo: 200.000 €;
- coefficiente ipotetico per la tua età: 5%;
la pensione annua lorda teorica sarebbe 200.000 × 5% = 10.000 €, da suddividere in 13 mensilità.
Le prestazioni pensionistiche ENPAPI (pensione di vecchiaia, pensione ai superstiti, pensione di inabilità, assegno di invalidità) vengono infatti erogate in 13 mensilità, con tredicesima corrisposta nel mese di dicembre e accredito su conto corrente bancario o postale indicato dall’iscritto.
Decorrenza della pensione e presentazione della domanda
Un equivoco ricorrente è pensare che la pensione ENPAPI “scatti da sola” quando raggiungi una certa età.
Non è così: anche se hai maturato i requisiti, la pensione non è automatica.
È sempre necessario presentare una domanda formale all’Ente, scegliendo uno di questi canali:
- PEC all’indirizzo ufficiale info@pec.enpapi.it;
- raccomandata A/R;
- oppure, oggi sempre più centrale, il form online disponibile nella tua Area Riservata ENPAPI (sezione “VAI ALLE RICHIESTE”).
Ricevuta la domanda, ENPAPI avvia un’istruttoria.
Gli uffici verificano che i requisiti di età e di contribuzione siano effettivamente presenti, controllano la regolarità contributiva e dichiarativa (pagamenti, Modelli UNI, ecc.), e solo dopo sottopongono la pratica al Consiglio di Amministrazione per la deliberazione.
La decorrenza della pensione è fissata in modo molto preciso:
“la pensione di vecchiaia è liquidata, su domanda, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.”
Se presenti la domanda il 10 maggio, la decorrenza giuridica sarà quindi il 1° giugno.
Il coefficiente di trasformazione che verrà applicato al tuo montante sarà quello corrispondente alla tua età alla data di decorrenza.
In termini di pianificazione, questo significa che può valere la pena coordinare con attenzione la data della domanda, soprattutto se sei a ridosso di un compleanno che potrebbe collocarti in uno scaglione di coefficiente leggermente più favorevole.
Dopo la pensione: continuare a lavorare e supplemento ENPAPI
Ottenere la pensione non significa necessariamente smettere di lavorare.
Molti infermieri liberi professionisti, una volta in pensione, continuano a svolgere una quota di attività e a versare contributi.
In questi casi, la normativa ENPAPI non “ignora” i contributi successivi alla decorrenza.
Al contrario, la Carta dei Servizi e il Regolamento chiariscono che:
“i contributi versati all’Ente per periodi successivi alla data di decorrenza della pensione
danno diritto a un supplemento di pensione.”
Il meccanismo è il seguente:
- deve trascorrere almeno un biennio dalla data di decorrenza della pensione (o dall’ultima liquidazione di un supplemento);
- dopo questi due anni, puoi presentare domanda di supplemento;
- ENPAPI calcola un nuovo montante riferito solo ai contributi versati dopo la pensione;
- su quel montante applica di nuovo il coefficiente di trasformazione relativo alla tua età al momento della decorrenza del supplemento.
Anche il supplemento decorre dal primo giorno del mese successivo alla domanda e viene erogato insieme alla pensione principale, sempre in 13 mensilità.
Dal punto di vista strategico, questo significa due cose:
- se continui a lavorare in forma autonoma e versi contributi, non stai buttando via nulla;
- puoi incrementare gradualmente l’importo della tua pensione ENPAPI, ogni due anni, sfruttando il meccanismo del supplemento.
Carriere miste: cumulo, totalizzazione e ricongiunzione
Molti professionisti non hanno una storia “lineare” solo dentro ENPAPI.
Spesso la vita lavorativa è un puzzle fatto di: anni da dipendente con contributi INPS, periodi in altre casse professionali, magari un tratto all’estero.
Per evitare che questi pezzi restino separati, l’ordinamento prevede tre strumenti: cumulo, totalizzazione e ricongiunzione.
ENPAPI dedica a questi temi una sezione specifica del sito e materiali di approfondimento.
In estrema sintesi:
| Istituto | Cosa fa | Costi principali | Quando viene usato di solito |
|---|---|---|---|
| Cumulo contributivo | Somma, senza spostare fisicamente i contributi, i periodi non coincidenti maturati in più gestioni obbligatorie, per ottenere un’unica pensione con “quote” a carico di ciascun ente | Gratuito (non prevede oneri di ricongiunzione) | Quando hai contributi in ENPAPI + INPS/altre casse e vuoi una pensione unica, rispettando i requisiti di cumulo |
| Totalizzazione | Riunisce in modo virtuale i periodi in più enti per liquidare una pensione “in totalizzazione”, con regole specifiche su età e anzianità | Anch’esso gratuito, ma con regole e finestre proprie | Quando il cumulo non è conveniente o quando si vogliono sfruttare requisiti specifici della totalizzazione |
| Ricongiunzione | Trasferisce materialmente i contributi da una gestione all’altra, unificando tutto in un unico ente (ad esempio tutti i contributi in ENPAPI) | Prevede un onere economico a carico del professionista | Quando vuoi concentrare tutto in una sola cassa per avere una pensione unica calcolata solo con le regole di quell’ente |
La scelta fra queste tre strade non è solo teorica.
Influisce sull’età in cui potrai andare in pensione, sull’importo dell’assegno, sulla presenza di eventuali finestre di decorrenza e, nel caso della ricongiunzione, su quanto dovrai pagare per trasferire i contributi.
Per questo, se hai alle spalle una carriera mista (ENPAPI + INPS + altre casse), è quasi sempre opportuno:
- fare una simulazione puntuale presso un patronato o un consulente previdenziale;
- confrontarti con ENPAPI per capire quali combinazioni di cumulo/totalizzazione/ricongiunzione siano davvero più sostenibili nel tuo caso.
In sintesi, la pensione ENPAPI è il risultato di un sistema che unisce regole chiare e forte personalizzazione:
- i requisiti di accesso (65 anni + 5 anni di contribuzione o 57 anni + 40 anni di anzianità ENPAPI) ti dicono quando puoi chiedere la prestazione;
- il calcolo contributivo puro (montante rivalutato × coefficiente di trasformazione) fa sì che ogni euro versato, anno dopo anno, conti davvero;
- la decorrenza dal mese successivo alla domanda e la possibilità di supplementi se continui a lavorare ti permettono di gestire con flessibilità il passaggio dalla vita attiva alla pensione;
- gli strumenti di cumulo, totalizzazione e ricongiunzione evitano che gli anni versati in altri enti vadano dispersi.
Nelle prossime sezioni del contenuto potrai collegare queste informazioni a un piano ancora più operativo, vedendo come entrare in contatto con ENPAPI, quali canali utilizzare (PEC, Area Riservata, Numero Verde) e come orientarti quando hai dubbi su posizioni contributive, proiezioni di pensione o pratiche da avviare.
Comunicare con l’Enpapi – Canali e Modalità

A differenza del passato, oggi il rapporto con ENPAPI è gestito quasi interamente in modo digitale.
Per un iscritto (o un potenziale iscritto) questo significa che, a seconda di ciò che devi fare, hai a disposizione canali diversi:
- Area Riservata per le pratiche sulla tua posizione (dichiarazioni, domande, avvisi di pagamento).
- PEC per inviare modulistica e comunicazioni con valore legale.
- Email “normale” e Numero Verde per richieste informative e chiarimenti.
L’obiettivo dell’Ente, anche con l’introduzione del Contact Center dedicato, è quello di ridurre al minimo la necessità di recarsi fisicamente in sede e concentrare tutto su strumenti che lasciano una traccia chiara di ciò che viene richiesto e di come viene gestito.
Per orientarti meglio, puoi tenere a mente questa mappa sintetica dei canali principali:
| Canale | A cosa serve in pratica | Note operative |
|---|---|---|
| Area Riservata ENPAPI | Gestione posizione, invio domande, consultazione documenti e comunicazioni ufficiali | Accesso solo con SPID; presente sezione Help Desk per richieste mirate |
| PEC info@pec.enpapi.it | Invio modulistica, comunicazioni formali e con valore legale | La casella riceve solo da indirizzi PEC; usata anche per iscrizione/variazioni |
| Email info@enpapi.it | Richieste di informazioni per iscritti e non iscritti | Canale informativo “ordinario”, distinto dalla PEC |
| Numero Verde 800 070 070 | Assistenza telefonica su contributi, iscrizioni, prestazioni, pratiche | Gratuito da rete fissa; da mobile si utilizza il numero geografico 06 36 704 704 |
| Ricevimento in sede | Appuntamenti in presenza a Roma | Solo su prenotazione dall’Area Riservata, sede di Via Alessandro Farnese 3, Roma |
La Posta Elettronica Certificata (PEC)
La PEC è il canale privilegiato quando devi inviare a ENPAPI qualcosa che, in passato, avresti spedito con una raccomandata A/R.
Ha valore legale, certifica data e ora di invio e ricezione e viene richiesta espressamente dall’Ente per alcuni adempimenti.
L’indirizzo PEC principale di ENPAPI è:
Sul sito ufficiale viene specificato che la casella PEC non riceve da email non PEC: questo significa che se scrivi da un normale indirizzo @gmail.com o simili, il messaggio non va utilizzato per questo canale.
La PEC va usata solo da un’altra PEC.
In pratica, la PEC è lo strumento giusto quando:
- devi trasmettere modulistica predisposta dall’Ente (ad esempio domande, autocertificazioni, allegati firmati) in alternativa alla raccomandata;
- vuoi avere una prova certa di aver inviato una comunicazione (es. segnalazioni, richieste formali, comunicazioni su eventi che hanno risvolti previdenziali);
- stai gestendo pratiche che richiedono documenti allegati con firma e data.
Molti Ordini provinciali degli infermieri, quando spiegano come iscriversi alla Gestione ENPAPI, indicano in modo esplicito l’indirizzo info@pec.enpapi.it come recapito per inviare la domanda, in alternativa alla raccomandata A/R.
Se non sei pratico di PEC, il consiglio operativo è semplice:
- per pratiche e modulistica usa PEC (dalla tua casella certificata);
- per chiarimenti generali e domande “di orientamento”, spostati su email ordinaria o Numero Verde.
In questo modo non sovraccarichi la PEC con richieste generiche e sfrutti al meglio il suo valore di “canale formale” verso l’Ente.
Assistenza tramite Email e Telefono
Accanto alla PEC, ENPAPI mette a disposizione dei canali pensati per un contatto più informale e immediato, utili quando ti serve un chiarimento o una guida pratica su una procedura.
Email “ordinaria” per informazioni
Per chi è già iscritto e per chi sta valutando l’iscrizione, ENPAPI indica come recapito generale l’indirizzo:
Questa email è pensata proprio per richiedere informazioni (non ha il valore di PEC e non sostituisce la trasmissione formale di modulistica).
È il canale utile, ad esempio, quando:
- devi chiedere chiarimenti su una comunicazione ricevuta;
- vuoi capire a quale gestione devi iscriversi (Principale/Separata) prima di avviare la procedura;
- hai dubbi su scadenze, modalità di pagamento, dichiarazioni e vuoi un riscontro scritto ma non formale come una PEC.
In alternativa, e soprattutto se hai già le credenziali SPID attive, puoi usare anche l’Help Desk interno all’Area Riservata, che ti permette di aprire richieste direttamente collegate alla tua posizione contributiva.
Numero Verde e assistenza telefonica
Per un contatto più diretto, l’Ente ha attivato un Numero Verde dedicato, che nel tempo è diventato il canale di riferimento per la maggior parte delle richieste immediate.
I riferimenti ufficiali sono:
- Numero Verde 800 070 070 da rete fissa;
- 06 36 704 704 da rete mobile.
Si tratta di un servizio di Contact Center specializzato, pensato per rispondere su:
- posizione contributiva (versamenti, acconti, conguagli);
- iscrizioni e cancellazioni;
- prestazioni previdenziali e assistenziali (pensione, maternità, indennità, bandi di assistenza);
- problemi tecnici di base relativi all’accesso all’Area Riservata.
Gli orari pubblicati nella pagina “Contatti” del sito ENPAPI indicano che il personale risponde:
- dal lunedì al venerdì, dalle 9:30 alle 12:30.
ENPAPI segnala inoltre, in alcune comunicazioni, una fascia pomeridiana aggiuntiva il martedì e il giovedì dalle 14:00 alle 15:30.
Poiché gli orari possono essere aggiornati, la cosa più prudente è controllare sempre la sezione “Contatti” del sito prima di chiamare, così da avere i riferimenti correnti.
Un elemento interessante introdotto dall’Ente riguarda la cosiddetta “assistenza di secondo livello”: se durante la telefonata emerge che il tuo caso richiede approfondimenti specifici o non è risolvibile in tempo reale, il personale ENPAPI può proporre la fissazione di un appuntamento in videochiamata con il referente di ufficio competente, concordando insieme giorno e orario.
Questo approccio a “due livelli” ti permette di:
- usare il Numero Verde per le domande più rapide;
- ottenere, quando serve, un confronto più approfondito su casi complessi (ad esempio pratiche di pensione con cumulo, bandi di assistenza, rettifiche di posizione).
In pratica, per comunicare in modo efficace con ENPAPI puoi ragionare così:
- Devi inviare documenti o modulistica?
Usa la PEC info@pec.enpapi.it, così hai un invio tracciato con valore legale. - Ti serve un chiarimento o un’informazione generale?
Scrivi a info@enpapi.it oppure apri una richiesta in Help Desk dall’Area Riservata. - Preferisci parlare con un operatore o devi risolvere qualcosa in tempi brevi?
Chiama il Numero Verde 800 070 070 (o lo 06 36 704 704 da mobile) negli orari indicati sul sito. - Hai bisogno di un confronto approfondito su un caso specifico?
Durante il contatto telefonico, valuta con l’operatore la possibilità di fissare un appuntamento in videochiamata o, se necessario, un ricevimento in sede a Roma, sempre su prenotazione via Area Riservata.
Così hai una mappa chiara dei canali e puoi scegliere ogni volta lo strumento più adatto alla situazione, evitando di usare la PEC per richieste generiche o, al contrario, di affidare a una semplice telefonata comunicazioni che invece è meglio formalizzare.
Conclusioni – Quello Che C’è Da Sapere Sull’ENPAPI, Adesso Lo Sai!
Se sei arrivato fin qui, hai già fatto il passo più importante: hai smesso di vedere l’ENPAPI come un semplice “obbligo burocratico” e hai iniziato a guardarlo per quello che è davvero.
Cioè: la cassa che ti seguirà per tutta la vita professionale da infermiere libero professionista o collaboratore, e che un domani ti restituirà – sotto forma di pensione e tutele – quello che stai versando oggi.
Mettiamo in fila, una volta per tutte, i punti chiave che hai visto nelle sezioni precedenti, così da avere un quadro chiaro e “a prova di dubbi”.
Hai visto innanzitutto che cos’è l’ENPAPI: l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica, la cassa di riferimento per infermieri, infermieri pediatrici e assistenti sanitari che svolgono attività in forma autonoma.
Non è un ente generico, non è l’INPS: è la “casa previdenziale” specifica della tua professione, regolata da norme proprie e da un Regolamento di Previdenza che definisce in modo puntuale contributi, prestazioni e requisiti.
Hai chiarito chi è obbligato a iscriversi.
Non basta essere infermiere: l’obbligo scatta quando alla qualifica professionale si sommano l’iscrizione all’OPI e l’esercizio dell’attività in forma autonoma (libera professione con Partita IVA, studio associato, cooperativa con rapporto autonomo, collaborazioni, prestazioni occasionali rese in quanto infermiere).
Se sei solo dipendente, resti nell’orbita INPS.
Se invece affianchi al lavoro dipendente anche un’attività autonoma collegata alla tua professione, per quella parte scatta l’ENPAPI, con obbligo di iscrizione entro i termini previsti.
Hai poi visto come ci si iscrive.
Oggi la logica è chiara: niente moduli cartacei, niente file agli sportelli.
L’iscrizione si fa esclusivamente online dal sito ENPAPI, tramite form telematico, con conferma via PEC e gestione della posizione tramite Area Riservata accessibile con SPID.
Per la Gestione Principale esiste il termine dei 60 giorni dall’inizio dell’attività, con un sistema di piccole sanzioni se la domanda arriva in ritardo: una regola semplice, ma che va rispettata per evitare problemi futuri.
Il capitolo forse più delicato è quello dei contributi.
Hai visto che, per la Gestione Principale, la contribuzione ruota attorno a tre pilastri: il contributo soggettivo (percentuale sul reddito, con un minimo annuo), il contributo integrativo (percentuale sul volume d’affari, di solito addebitata in fattura al cliente) e il contributo di maternità (importo fisso annuale).
Con acconti distribuiti in più scadenze durante l’anno e un conguaglio finale dopo il Modello UNI, ENPAPI ti chiede di seguire un ritmo contributivo regolare, ma ti permette anche di dedurre fiscalmente la parte più “pensionistica” di ciò che versi.
Se lavori come collaboratore in Gestione Separata, invece, i contributi vengono calcolati in percentuale sul compenso lordo e versati direttamente dal committente, con accredito sulla tua posizione.
Da qui sei passato alle prestazioni.
Non solo pensione, ma un insieme articolato di tutele: dalla pensione di vecchiaia all’assegno di invalidità, dalla pensione di inabilità alle pensioni ai superstiti per la famiglia.
Hai visto che ENPAPI interviene anche nei momenti più delicati della vita professionale, con indennità di maternità per le libere professioniste, con interventi assistenziali legati a stato di bisogno, malattia, calamità, spese funebri, situazioni familiari particolarmente gravose.
E hai visto come il welfare integrativo (in particolare tramite EMAPI) aggiunge un ulteriore livello di protezione sanitaria e assicurativa.
Il cuore di tutto resta però la pensione ENPAPI, costruita con un sistema contributivo puro.
Hai capito che non stai semplicemente “pagando una tassa”, ma stai alimentando il tuo montante contributivo, rivalutato anno dopo anno e trasformato in pensione attraverso i coefficienti di trasformazione legati alla tua età.
Le strade di accesso sono due: 65 anni con almeno 5 anni di contribuzione o 57 anni con almeno 40 anni di contributi ENPAPI, con la possibilità di far dialogare questa storia contributiva con altre gestioni tramite cumulo, totalizzazione o ricongiunzione.
E se dopo la pensione decidi di continuare a lavorare, i contributi successivi non si perdono: diventano la base per chiedere in futuro un supplemento di pensione.
Infine, hai visto come comunicare con ENPAPI senza perdere tempo.
Area Riservata per pratiche e documenti, PEC per comunicazioni formali con valore legale, email e Numero Verde per chiarimenti e assistenza, fino agli appuntamenti di secondo livello o alla presenza in sede, quando il caso è particolarmente complesso.
In altre parole, oggi non sei più “solo” di fronte a un ente distante: hai diversi canali per fare domande, verificare la tua posizione, ottenere supporto su passaggi delicati come iscrizione, contributi, pensione e prestazioni assistenziali.
Se dovessimo condensare tutto in un’unica idea, sarebbe questa: ENPAPI è il pilastro previdenziale della tua professione da infermiere autonomo.
Ti chiede di rispettare regole chiare (iscrizione, contributi, scadenze), ma in cambio ti offre un sistema strutturato di tutele previdenziali, assistenziali e sanitarie, pensato su misura per chi lavora nel tuo settore.
Adesso, tutto quello che c’è da sapere sull’ENPAPI – cos’è, come funziona, a cosa serve davvero – lo hai davanti.
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Domande Frequenti Sull’ ENPAPI (2026)
Questa sezione affronta le domande più comuni relative all’ENPAPI. Fornisce istruzioni chiare su procedure di login, contatti ufficiali e i requisiti specifici legati ai contributi. Ogni risposta mira a guidarti attraverso un processo chiaro, privo di ambiguità, rendendo la gestione delle tue obbligazioni previdenziali semplice ed efficiente.
Come si effettua il login all’Area Riservata di ENPAPI?
Per accedere all’Area Riservata di ENPAPI, devi utilizzare le tue credenziali personali. Se non le possiedi, puoi richiederle tramite il sito ufficiale seguendo la procedura di registrazione. È importante assicurarsi che tutte le informazioni siano aggiornate per evitare problemi di accesso.
Quali sono le modalità di contatto con ENPAPI?
Puoi contattare ENPAPI tramite email all’indirizzo info@pec.enpapi.it. Inoltre, sono disponibili numeri di telefono dedicati e una sezione di contatto sul sito web ufficiale, dove puoi inviare domande e richiedere assistenza diretta per specifici problemi.
È possibile accedere all’Area Riservata di ENPAPI con SPID?
Sì, l’accesso all’Area Riservata di ENPAPI è consentito attraverso l’utilizzo dello SPID. Questo sistema fornisce un modo sicuro e certificato per autenticare la tua identità online, facilitando la gestione delle informazioni personali e delle prestazioni previdenziali.
Quali sono i contributi richiesti per l’iscrizione a ENPAPI?
La contribuzione a ENPAPI varia in base alla categoria professionale e al reddito. I contributi includono una quota percentuale sui redditi professionali dichiarati. Per conoscere le aliquote esatte e le modalità di calcolo, è consigliabile fare riferimento alle normative vigenti o consultare un professionista abilitato.
Chi è tenuto ad iscriversi a ENPAPI e quali sono le procedure?
Gli infermieri liberi professionisti sono obbligati a iscriversi a ENPAPI. La procedura di iscrizione prevede la compilazione di un modulo disponibile online o presso il sito ufficiale. È fondamentale completare correttamente tutti i passaggi per evitare ritardi o penalità.
Qual è il Numero Verde di ENPAPI per l’assistenza?
Il Numero Verde di ENPAPI per l’assistenza clienti è 800 186 038. Questo servizio è disponibile per fornire supporto e rispondere a domande riguardanti la gestione dei contributi, le pratiche pensionistiche, e altre esigenze specifiche legate all’ente previdenziale. Resta sempre aggiornato sulle fasce orarie di disponibilità per un’assistenza tempestiva.
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