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Quando bisogna aprire la Partita IVA?
La partita IVA viene aperta se si vuole svolgere una attività di impresa o di lavoro autonomo in modo abituale.
Pertanto se l’attività di impresa o di lavoro autonomo è solo occasionale non è necessario aprire partita IVA.
E’ molto importante conoscere la linea di demarcazione tra una attività di impresa o di lavoro autonomo svolta abitualmente o in modo occasionale.
L’abitualità si diversifica dall’occasionalità in quanto quest’ultima implica attività episodiche, saltuarie e comunque non programmate.
Più precisamente è necessaria la verifica dei seguenti aspetti:
- Il primo aspetto è che una attività occasionale è priva di subordinazione e di coordinamento di altre persone altrimenti sarebbe una attività di lavoro dipendente.
- Il secondo aspetto è l’occasionalità dell’attività e si intende che è svolta in modo saltuario (non abituale) ed è priva del requisito dell’organizzazione e della professionalità.
La professionalità sussiste quando il contribuente pone in essere una molteplicità di atti coordinati e finalizzati ad un identico scopo con regolarità, stabilità e sistematicità.
L’occasionalità non deve essere verificata con riferimento all’importo degli incassi, ma assume rilievo decisivo il fatto che le stesse siano ripetuti nel tempo in quanto è un indice dell’esistenza di regolarità, stabilità e sistematicità.
La scelta inizialmente più corretta molto spesso è quella del regime forfettario. Tuttavia consigliamo di valutare caso per caso con un Dottore Commercialista.
Come Aprire la Partita IVA?
La partita IVA può essere aperta presso l’Agenzia delle Entrate presentando gli opportuni modelli in base al regime fiscale che si desidera adottare. E’ consigliato farsi assistere da un Dottore Commercialista in questa delicata fase della propria attività in quanto errori nella compilazione della domanda di attribuzione della partita IVA potrebbero portare all’adozione di un regime fiscale errato. Il modello AA9/12 deve essere utilizzato per le ditte individuali e i liberi professionisti, modello AA7/10 per le società. Gli stessi modelli si utilizzano anche per la chiusura della partita IVA. In sede di apertura è necessario scegliere il codice ATECO più appropriato e il regime fiscale da adottare: regime forfettario, regime semplificato o regime fiscale ordinario.
L’apertura della partita IVA non è l’unico adempimento da svolgere in sede di inizio di un attività imprenditoriale o professionale, infatti sarà anche necessario scegliere la corretta gestione previdenziale presso l’INPS o Casse Private se il soggetto è iscritto ad un albo che possiede una cassa di previdenza.
Gli Artigiani e Commercianti, in seguito all’apertura della partita IVA, dovranno anche iscriversi rispettivamente in Camera di Commercio o al Registro delle Imprese Artigiane prima di poter iniziare a svolgere la propria attività.
Hai qualche dubbio? Ti servono maggiori informazioni? clicca qui per una consulenza gratuita e senza impegno con un nostro Commercialista.
Introduzione al regime forfettario
Il regime forfettario è un regime fiscale adottabile dalle piccole imprese e dai liberi professionisti che prevede una serie di vantaggi:
- Dal punto di vista fiscale l’unica imposta a cui sono soggetti è un’imposta sostitutiva pari al 5% per le nuove attività nei primi 5 anni, e pari al 15% negli altri casi
- Al punto di vista previdenziale le imprese possono scegliere se pagare i contributi pieni previsti dall’INPS o optare per la riduzione dei contributi
- Sono previsti pochi adempimenti nel corso dell’anno, risparmiando tempo e sostenendo costi di gestione commercialistica più bassi
Semplificazioni previste per il regime forfettario
- Semplificazione ai fini IVA: I contributi in regime forfettario non addebitano l’Iva in fattura ai propri clienti e non detraggono l’iva sugli acquisti. Non liquidano l’imposta, non la versano, non sono obbligati a presentare la dichiarazione e la comunicazione annuale Iva.
- Esonero dagli obblighi contabili (fermo restando l’obbligo di tenere e conservare i registri previsti da disposizioni diverse da quelle tributarie)
- Non applicano gli studi di settore (nuovi ISA)
- Non operano le ritenute alla fonte, pur essendo obbligati a indicare in dichiarazione il codice fiscale del soggetto a cui sono stati corrisposti emolumenti
- Non subiscono le ritenute, in ragione dell’esiguità della misura dell’imposta sostitutiva
Requisiti per l’accesso al regime forfettario
- Non aver avuto un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000€ nell’anno precedente (a meno che il rapporto di lavoro sia cessato nell’anno precedente). Per ulteriori informazioni cliccare qui.
- Non essere contemporaneamente soci in società di persone (SNC, SaS, SS)
- Non essere contemporaneamente soci con una quota di controllo diretto o indiretto in SRL che svolgono la stessa attività
- Non partecipare contemporaneamente ad associazioni professionali
- Non essere contemporaneamente collaboratori in imprese familiari
- Non avvalersi di contemporaneamente di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfetari di determinazione del reddito
- Essere residenti in Italia, o in uno dei paesi aderenti all’UE, o infine in uno dei paesi che aderiscono all’Accordo sullo Spazio economico europeo (purché producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato nell’anno).
Il regime forfetario cessa di avere efficacia a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno anche solo uno dei requisiti di accesso previsti dalla legge ovvero si verifica una delle cause di esclusione.
In questo video spieghiamo dettagliatamente tutti i requisiti necessari per aprire partita iva nel regime forfettario:
Limiti previsti nel regime forfettario
Per beneficiare del regime forfettario occorre:
- Non superare il limite di incassi pari a 85.000€ nell’anno fiscale (tale limite va ragguagliato ad anno per il periodo in cui è stata aperta la p.i.)
- Non aver percepito contemporaneamente un reddito lordo da lavoro dipendente superiore a 30.000€
- Non aver sostenuto costi per lavoratori dipendente i e collaboratori superiore a 20.000€
Vantaggi e Svantaggi del regime forfettario
Il regime forfettario per la Partita IVA è una scelta molto vantaggiosa per chi avvia una nuova attività in Italia. Uno dei principali vantaggi è la tassazione agevolata: questo regime prevede un’imposta sostitutiva, un’aliquota fissa che sostituisce l’IRPEF. Nei primi anni, l’aliquota è del 5%, una percentuale notevolmente inferiore rispetto al tradizionale sistema di IRPEF che può arrivare al 26%. Tale imposta rimane al 5% per i primi cinque anni e poi sale al 15%.
Un altro punto a favore del regime forfettario è la semplificazione dei costi di gestione. Alcuni servizi di consulenza come quello offerto da Fidocommercialista possono fornire consulenza e supporto per un prezzo annuo molto basso, inclusi strumenti digitali per la gestione contabile e fiscale.
Tuttavia, ci sono svantaggi da considerare. Ad esempio, in questo regime non è possibile detrarre l’IVA e dedurre i costi in modo dettagliato. I costi non vengono sottratti direttamente, ma sono basati su un coefficiente di redditività attribuito al codice ATECO, il che potrebbe non essere vantaggioso per chi ha molti costi da dedurre.
Inoltre, il regime forfettario impone limiti sul fatturato annuo e sull’assunzione di collaboratori. Il fatturato non può superare i 5.000 euro annui e i collaboratori possono essere retribuiti per un massimo di 20.000 euro all’anno, rendendo questo regime poco adatto per aziende con un’espansione rapida o che richiedono più personale.
Perché si chiama regime forfettario?
Nel regime forfettario il reddito imponibile viene determinato “forfettariamente”, in base a delle percentuali assegnate per legge ad ogni singola attività economica.
Dal fatturato vengono quindi “forfettizzati” i costi da dedurre, la parte restante è considerata reddito imponibile.
Definizioni:
- REDDITO IMPONIBILE PREVIDENZIALE: Base di calcolo dei contributi
- REDDITO IMPONIBILE FISCALE: Base di calcolo dell’imposta
Scelta del codice ateco
Ad ogni partita iva va attributo almeno un Codice Ateco. Per Codice Ateco si intende una combinazione numerica che identifica l’attività economica associata ad una partita iva.
Si tratta di classificazioni adottata dall’Istituto Nazionale di Statistica Italiano (ISTAT) per le rivelazioni statistiche nazionali di carattere economico.
Nel regime forfettario ad ogni Codice Ateco viene attribuita una “percentuale di redditività” da applicarsi al fatturato. Il risultato è il Reddito Imponibile ai fini previdenziali.
Contributi per ditte individuali (artigiani e commercianti)
I contributi INPS gestione artigiani e commercianti sono pari al 24% del Suo reddito previdenziale (forfait sul fatturato) con minimale pari a circa 4.200€ all’anno da versare con rate trimestrali.
Il contribuente in regime forfettario potrà scegliere la riduzione al 65% dei contributi. In questo caso i contributi saranno pari al 15.6% del Suo reddito (forfait sul fatturato) con minimale pari a circa 2.700€ all’anno da versare con rate trimestrali.
Nota Bene: impostando la riduzione dei contributi si riducono proporzionalmente anche i contributi versati ai fini della pensione
Contributi per liberi professionisti
I liberi professionisti iscritti all’albo pagano i contributi alle rispettive casse privatizzate (tranne poche eccezioni). Ad esempio:
- Ingeniere/architetto à INARCASSA
- Medico à ENPAM
- Avvocato à Cassa Forense
- Biologo à ENPAB
- Infermiere à ENPAPI
- Etc.
In via residuale i liberi professionisti “senza cassa” pagano i contributi alla Gestione Separata INPS.
Questa non prevede minimali fissi da pagare, ma un’aliquota da applicare al reddito prodotto pari al 26,23% dal 2023.
Aliquota d’imposta nel regime forfettario
I redditi in regime forfettario sono colpiti da un’imposta piatta (flat tax) pari al 15%.
Per i primi 5 anni, se si tratta di una nuova attività, l’aliquota è ridotta ad 1/3, quindi pari al 5%.
Come funziona la prestazione occasionale? (esiste il limite dei 5.000€?)
Da un punto di vista previdenziale vi è un limite di 5.000 euro annui e 30 giorni lavorativi annui per essere esonerati dal pagamento dei contributi ma questo limite non vale per l’apertura della partita IVA. Può essere considerato solo un elemento indicativo.
La Partita IVA diventa una prospettiva obbligatoria quando l’attività non è più sporadica, ma continua nel tempo. In questi casi, è essenziale seguire le norme fiscali e registrare la propria attività, garantendo un’adeguata dichiarazione dei redditi. Il regime forfettario, poi, si configura come una valida opzione fiscale in Italia per coloro che rispettano i limiti previsti. Questo regime agevola l’imprenditoria digitale offrendo una tassazione agevolata, ma è fondamentale valutare attentamente se la propria attività rientri nei parametri stabiliti da questo regime.
Dato che l’agenzia delle Entrate non ha mai chiarito in modo netto quando è necessario aprire la partita iva, è indispensabile prima di iniziare una attività richiedere una consulenza ad un commercialista iscritto all’Albo professionale.
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Per maggiori dettagli relativi all’apertura della partita iva in regime forfettario, visita la sezione dedicata del sito dell’Agenzia delle Entrate.
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